L’ex difensore gialloblù, raggiunto da La Gazzetta dello Sport, ha detto la sua sullo stop imposto dal Coronavirus e sull’Hellas
Una sosta obbligata che, tutto sommato, potrebbe aver portato più benefici che problemi: questo il pensiero di Gigi De Agostini per quanto riguarda la pausa di tre settimane a cui il Verona è stato costretto a causa dell’emergenza Coronavirus.
Di seguito, infatti, le principali dichiarazioni rilasciate dall’ex difensore gialloblù ai colleghi de La Gazzetta dello Sport.
LA PAUSA FORZATA. «Dispiace che il Verona non abbia potuto scendere in campo perché continuare a giocare sulle ali dell’entusiasmo sarebbe stato importante sotto l’aspetto mentale: non è detto che alla fine ne risenta, ma quando si torna da una sosta c’è sempre qualche incognita. Dal punto di vista fisico invece credo non ci saranno problemi, anzi, Juric potrebbe aver anche recuperato qualche elemento».
I RINVII. «Su questa situazione io faccio un’unica valutazione: bisognerebbe applicare un principio comune, o giocano tutti o non gioca nessuno. Per garantire la regolarità del campionato servono regole precise e una linea comune, perciò speriamo ci si arrivi al più presto».
SALVEZZA O EUROPA? «Qualche passo ancora e la salvezza sarà cosa fatta: spero che l’Hellas riesca a mettere al sicuro l’obiettivo il prima possibile, poi si potrà pensare ad altro. I tifosi sognano? È bello e giusto che sia così: l’ultimo Verona “europeo” è stato quello in cui ho giocato anch’io, e fu una stagione meravigliosa».
LA SORPRESA DEL CAMPIONATO. «Non credo ci siano dubbi su quale squadra sia la sorpresa del campionato: il Verona è una neopromossa che ha ingaggiato e valorizzato giocatori che nessuno conosceva. Complimenti a chi li ha presi e a chi li sta facendo rendere in questo modo».
JURIC. «Verona è fatta su misura per Juric, mentre l’Hellas e la sua gente hanno trovato l’allenatore che cercavano da tempo. Normale che siano già arrivate proposte da squadre prestigiose, ma a mio parere il mister dovrebbe rimanere in gialloblù per continuare il proprio percorso di crescita. Il grande salto lo farà, perché la stoffa c’è, ma per il momento il Verona è il suo ambiente ideale».