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ESC. CH – Luca Pellegrini: “All’Hellas due anni sfortunati, e mi dispiace tantissimo”

Il doppio ex di Sampdoria-Verona si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni

Undici anni alla Sampdoria, dove ha vinto uno scudetto, tre Coppe Italia e una Coppa delle Coppe, due anni all’Hellas, squadra con cui ha racimolato solamente una retrocessione: questo è Luca Pellegrini, ex difensore classe ’63 ora cronista e opinionista per Sky.

In occasione del match in programma lunedì abbiamo quindi deciso di raggiungerlo per scambiare con lui due parole tra passato e presente: di seguito, dunque, la nostra intervista esclusiva.

Hai passato una vita nella Sampdoria: quali sono i ricordi più belli che ti legano a quella società?
«A Genova ho fatto tutta la trafila dalla Serie B allo scudetto, e ho ricevuto tante gratificazioni. Nonostante con la Samp abbia vinto tanto, per assurdo il momento più bello l’ho vissuto quando sono andato a Marassi da avversario: era il 1994, vestivo la maglia del Torino e al momento del mio ingresso in campo ricevetti un paio di minuti di standing ovation. Questo mi fece capire che avevo lasciato un segno importante nel cuore di quei tifosi».

E invece cosa ricordi dei tuoi due anni all’Hellas?
«Purtroppo a Verona non ho vissuto due annate troppo positive per tutta una serie di fattori, in primis per la poca stabilità data dalle troppe teste al comando. La prima stagione non andò male sotto il profilo delle presenze, però fu sfortunata: a un certo punto cambiammo anche la guida tecnica passando da Fascetti al duo Liedholm-Corso, ma alla fine retrocedemmo comunque. Se posso dire la mia, credo francamente che non tutti diedero il massimo. L’anno dopo pensavamo invece di fare una cavalcata trionfale, ma così non fu, e anch’io, a causa soprattutto della pubalgia, non ebbi un grande rendimento. Diciamo che quelli non furono due anni indimenticabili, e questo mi dispiace davvero molto: adoro Verona, è una delle più belle città d’Italia e ha una tifoseria fantastica che è davvero il dodicesimo uomo in campo. L’amore e il calore che esprimono i supporters gialloblù hanno davvero pochi eguali».

L’emergenza Coronavirus sta portando a una Serie A a porte chiuse: decisione giusta?
«Mi lascia perplesso il fatto che durante l’ultimo turno qualcuno abbia giocato e qualcun altro no: per fare un esempio, se a Roma fosse arrivato un tifosi giallorosso proveniente da una delle zone a rischio, non avrebbe potuto diffondere il contagio? Personalmente avrei sospeso tutto per un turno, ma poi è chiaro che non si possa bloccare troppo a lungo la Serie A, soprattutto considerando che quest’estate ci saranno gli Europei. Io sarei per le porte chiuse per tutti, in modo da non avvantaggiare nessuno. Le partite senza pubblico andrebbero però trasmesse in chiaro: so che ci sarebbe qualche problema a livello legislativo, ma, se a Roma volessero davvero farlo, in 24 ore la deroga alla Legge Melandri sarebbe pronta…».

Lunedì si affronteranno a Marassi un Verona in lotta per l’Europa e una Samp che lotta per salvarsi: l’avresti mai detto ad agosto?
«Sono stupito come tutti: credo che gli unici che avrebbero potuto pensare a un Hellas così in alto siano gli stessi giocatori e la dirigenza gialloblù. La fame e la voglia hanno fatto la differenza, e ora la squadra di Juric è meritatamente la sorpresa del campionato. Se la Società in futuro avesse la forza di trattenere i propri pezzi pregiati, aggiungendo al contempo ogni anno un giocatore di qualità, il Verona potrebbe anche ripercorrere le orme dell’Atalanta. La Samp invece sperava, dopo una buona stagione (nona in classifica al termine della Serie A 2018/2019, ndr), di fare un passetto in avanti, ma il calcio non è aritmetica e così non è stato».

Cosa ti ha più stupito dell’Hellas di Juric?
«Ciò che balza agli occhi è l’atteggiamento dei giocatori, i quali si sono messi a completa disposizione di Juric: si sacrificano e si allenano intensamente, sono presenti con fisico e testa, e ciò li porta a trasportare in partita gli automatismi che vengono provati in allenamento. Questo permette a chi scende in campo di sapere perfettamente quello che deve fare, e da qui nascono anche i risultati e la possibilità per il Verona di cambiare gli interpreti senza risentirne negativamente. Si vedono poi una grande empatia con il mister, il quale riesce a proiettare le proprie idee sul terreno di gioco, e un grande gruppo, un aspetto fondamentale e che permette ai singoli di esaltare le proprie qualità».

Che partita ti aspetti lunedì? Pronostico?
«Mi aspetto una partita vibrante, poiché a dare il ritmo sarà senza dubbio il Verona: la Samp dovrà essere brava a ribattere colpo su colpo. L’Hellas è pericoloso nella sua totalità, mentre la squadra di Ranieri deve sperare che Quagliarella, Gabbiadini e Ramirez siano in forma, perché se quei tre là davanti non girano è tutto molto più complicato. Per quanto riguarda il pronostico, non ne faccio perché non li azzecco mai: pensate che non ho praticamente mai giocato la schedina!».

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