L’ex portiere gialloblù, raggiunto dai colleghi de La Gazzetta dello Sport, ha parlato tra presente e passato
Tutta un’altra storia: no, non stiamo parlando della campagna abbonamenti dell’Hellas, ma del giudizio dato da Attilio Gregori alla stagione finora disputata dal Verona, sei mesi totalmente diversi rispetto a quanto visto nelle ultime non esaltanti annate.
L’ex portiere gialloblù, raggiunto dai colleghi de La Gazzetta dello Sport, ha infatti parlato della gestione Juric, ma non solo: di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni.
RELIGIONE GIALLOBLÙ. «Delle varie squadre in cui ho giocato, l’Hellas è l’unica che seguo tuttora con costante interesse. Ho avuto un rapporto speciale con la gente di Verona, me ne accorgo quando torno. Ricordo che all’epoca attraversammo periodi complicati, ma loro rimasero al nostro fianco anche quando altri ci avrebbero abbandonati. Per i suoi tifosi l’Hellas è una religione, a prescindere dal risultato: l’importante è che chi gioca con la maglia gialloblù dia tutto per essa. Sono gli uomini veri a essere apprezzati».
NUOVA IDENTITÀ. «Quest’anno è tutta un’altra musica rispetto alle scorse stagioni, ci sono gioco e cuore. La visione di Juric ha dato un volto unico all’Hellas: l’aggressività, l’organizzazione e il pressing così alto sono tratti molto “europei”, diversi dalla classica impostazione italiana. In Serie A un’identità simile si vede solo all’Atalanta, modello a cui il Verona deve puntare».
LA PROMOZIONE DEL ’91. «Nel ’91 avevamo gente come Ezio Rossi, Calisti, Fanna, Sotomayor, Pusceddu e Gritti, ed eravamo guidati da Fascetti. Ricordo che il club era fallito, non prendevamo lo stipendio da mesi, ma ci guardammo negli occhi e ci promettemmo che avremmo portato quella squadra in Serie A. Ed è quello che accadde».
DA PORTIERE A PORTIERE. «Credo che Silvestri sia molto completo: sicuro nelle uscite, attento tra i pali, trasmette sicurezza ed è affidabile».
IL MERCATO. «Credo che durante la finestra di mercato di gennaio l’Hellas debba toccare poco o nulla. L’importante è confermare in blocco i “pezzi pregiati”, aggiungendo magari un paio di tasselli per puntellare la rosa. Così facendo penso si salverà e programmare poi un bel futuro».
grande Attila
Grande Attilio …. Buon anno
Grande Attilio….pecà par quel rgor col Venessia…
Grande Attilio ??
Segna per noi Attilio Gregori…
Grazie Attilio, ma purtroppo abbiamo setti!