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ESC. CH – Ferrarese: “Verona la mia vita, ma fiero di aver giocato nel Toro”

Il doppio ex dell’incontro ha parlato ai nostri microfoni in vista della sfida in programma domenica al Bentegodi

Come vi abbiamo già raccontato, lunedì c’era anche Claudio Ferrarese tra i cinque ex-gialloblù che a Coverciano hanno discusso la loro tesi per diventare direttori sportivi: nello specifico, l’attuale d.s. del Levico Terme si è diplomato grazie a un elaborato riguardante lo sviluppo delle società sportive negli ultimi vent’anni.

Come facciamo a saperlo? Beh, ovviamente lo abbiamo raggiunto per scambiare con lui due chiacchiere in vista di VeronaTorino: di seguito, dunque, la nostra intervista integrale.

Allora, partiamo dal presente: complimenti per il diploma da direttore sportivo! Raccontaci un po’ dei corsi, della tesi…
«Sono contento di aver raggiunto questo obiettivo, fare il d.s. era un mio sogno e ora ho preso il diploma. Ora sono sempre al Levico, ma è chiaro che avendo preso questo patentino ora punto a lavorare in ambito professionistico. Devo dire che è stata una bella esperienza: ho conosciuto ex-calciatori in un altro ambito e persone che già lavorano con squadre professionistiche, e questo mi ha arricchito. Per quanto riguarda la tesi, ho parlato dell’evoluzione delle società sportive negli ultimi vent’anni: ritengo molto interessante notare come ora siano quasi tutte vere e proprie aziende. Tutto ormai è business…».

Passiamo ora a Verona-Torino: cos’hanno significato per te queste due squadre?
«Verona è stata la mia vita: sono partito dal settore giovanile, ho esordito in Serie A e in Serie B, vivendo gioie e dolori. Da veronese si può immaginare cos’abbia significato per me l’Hellas… Anche il Torino comunque è stata una parentesi importante: lì ho vissuto una promozione in Serie A (stagione 2005/2006, Ferrarese arrivò a gennaio, ndr), ho giocato in una piazza pazzesca e ho vestito una maglia gloriosa. Sono fiero di quell’esperienza».

Hellas è reduce da due buone prestazioni che però hanno portato a sei gol incassati e a zero punti fatti: c’è da preoccuparsi oppure è normale vista comunque la caratura degli avversari?
«Quando si giocano partite del genere e poi si perdono rimane certamente un po’ di rammarico, ma nessuna preoccupazione: certo bisogna stare attenti, ma ricordiamoci che l’obiettivo è la salvezza. Poi comunque c’è da sottolineare come l’Hellas, anche quando perde, dia sempre l’idea di essere una squadra. Credo inoltre che al Verona manchino tre o quattro punti che avrebbe meritato di avere…».

L’ultima volta che ci siamo visti il campionato era appena iniziato e le prospettive erano buone: il tuo parere dopo quindici giornate?
«Il Verona sta facendo qualcosa di straordinario: la società ha scelto un grande allenatore che ha saputo trasmettere alla squadra la propria impronta. La squadra ha il carattere e la voglia di Juric, un autentico martello anche quando era un giocatore. Gran parte del merito è suo, anche se poi va sottolineato come si siano “pescati” giocatori importanti su cui in pochi avrebbero puntato. La valutazione è quindi per forza più che positiva, nessuno si sarebbe aspettato un Hellas tanto in alto dopo quindici giornate».

Giocatore più sorprendente?
«Sicuramente sono rimasto stupito da Amrabat, ma devo dire anche che, nonostante ne conoscessi le potenzialità, mi ha sorpreso anche Kumbulla. Aggiungo al gruppo anche Zaccagni: non dico che non ci credevo, ma non mi aspettavo un campionato di così alto livello da parte sua: sta macinando prestazioni importanti e sta mettendo tanto di suo in questa squadra».

Chiudiamo con la gara di domenica: che partita di aspetti contro il Torino? È l’occasione giusta per tornare a far punti?
«Sarà senz’altro una partita difficile: nonostante la classifica non sia delle migliori il Torino ha un’ottima squadra, e la vittoria contro la Fiorentina potrebbe aver galvanizzato l’ambiente. Credo possa succedere di tutto, con il Verona che comunque potrà giocarsela alla grande e certamente provare a vincerla».

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