In vista di Atalanta-Verona abbiamo raggiunto uno dei più recenti doppi ex dell’incontro
Nel pomeriggio di oggi si giocherà Atalanta–Verona, sfida spesso caratterizzata da un grande numero di ex (solo per restare all’attualità, oggi tra campo e panchina ci saranno Pazzini, Radunovic e Pessina da una parte e Gollini dall’altra): tra i tantissimi giocatori (circa un centinaio) che durante la loro carriera hanno vestito entrambe le maglie c’è anche Christian Tiboni, prodotto del vivaio bergamasco e capocannoniere dell’Hellas 2008/2009.
In occasione della sfida del Gewiss Stadium abbiamo quindi deciso di raggiungere l’attaccante classe ’88, attualmente in forza al Fucecchio (Eccellenza toscana): di seguito, dunque, la nostra intervista integrale.
Partiamo dall’inizio: cos’hanno significato per te Hellas e Atalanta?
«Sono due società che per me rappresentano molto: l’Atalanta mi ha cresciuto e mi ha lanciato nel calcio “che conta”, mentre con il Verona ho avuto due parentesi che mi hanno formato a livello professionistico. Ricordo in particolar modo la seconda volta, quella con Mandorlini (Tiboni arrivo nella sessione invernale del campionato 2010/2011, ndr): fu stato un anno di grande incertezza perché eravamo una squadra molto giovane, ma alla fine riuscimmo a disputare un ottimo campionato (a fine stagione arrivò la promozione in Serie A attraverso i play-off, ndr). Fare tutto ciò a Verona ha sicuramente un altro sapore rispetto a farlo in altre piazze dove magari le emozioni sono meno forti».
Qual è il ricordo più bello che ti lega a Verona?
«Ricordo bene il primo giorno di allenamento all’Hellas: ero giovane e abituato a giocare negli Allievi e in Primavera, quindi vedere così tanta gente che assisteva alla seduta e che addirittura sapeva il mio nome è stato bellissimo».
Cosa ne pensi della squadra e di Juric? Ti saresti mai aspettato una partenza simile?
«Sto seguendo parecchio il Verona e ho visto anche l’ultima partita contro la Roma: penso sia un’ottima squadra con un allenatore molto valido, gioca bene e ha un calcio veloce e propositivo. Certo, all’inizio sulla carta non sembrava una formazione su cui puntare, poi però il gruppo e Juric hanno trovato i propri equilibri e infatti finora hanno perso solo contro le “big”. Non so se riusciranno a tenere questi ritmi fino alla fine, però se l’Hellas è questo credo che farà grandi cose e che si salverà con ampio anticipo».
C’è un giocatore che ti ha stupito? E uno da cui invece ti saresti aspettato qualcosa di più?
«Come tutti sono rimasto sorpreso da Amrabat: è una freccia, non si ferma mai, e a questa corsa abbina anche parecchia qualità. Qualcosina di più me lo sarei invece aspettato da Stepinski, che forse è ancora un po’ “acerbo”. Volendo trovare il pelo nell’uovo al Verona manca proprio uno stoccatore: Pazzini sta trovando poco spazio, mentre Di Carmine sta facendo bene ma secondo me non è una “vera” prima punta. Per intenderci, manca uno come Toni».
Che partita di aspetti contro l’Atalanta?
«Sicuramente sarà un match bello da vedere, e infatti lo seguirò. Mi aspetto molti gol e una bella sfida anche sugli spalti: le due tifoserie sono molto calde e quindi sono sicuro che anche loro daranno spettacolo».
Chiudiamo parlando un po’ di te: come te la passi? Piani per il futuro?
«Al momento sto disputando un campionato di Eccellenza (con il Fucecchio, ndr), quindi faccio “vita da calciatore”, tutta campo e casa. Sinceramente non ho ancora pensato al futuro, mi ritengo ancora giovane, però mi piacerebbe fare l’allenatore: durante la mia carriera ho lavorato con tecnici molto bravi, e mi piacerebbe ripercorrere le orme di qualcuno di loro…».
