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Ciccolo: “Mi davano del terrone, ma io mi caricavo. E su Inter-Verona…”

L’ex attaccante, all’Hellas tra gli anni Sessanta e Settanta, raggiunto da L’Arena ha detto la sua sul “caso Balotelli” e sulla prossima sfida di San Siro

I non più giovanissimi lo ricorderanno per la Coppa Campioni vinta con l’Inter e le due parentesi con l’Hellas, la prima della stagione 1962/1963 e l’altra esattamente dieci anni dopo: stiamo parlando di Nicola Ciccolo, ex attaccante nonché doppio ex dell’incontro in programma sabato a San Siro.

Raggiunto dai colleghi de L’Arena, il classe ’40 ha detto la sua sul “caso Balotelli” (al quale ha riservato un paio di frecciatine) e sulla sfida che dopodomani vedrà scendere in campo le due squadre che più gli sono rimaste nel cuore.

Di seguito, dunque, i passi principali dell’intervista concessa ai colleghi del quotidiano scaligero.

UNO “ZINGARO” DEL CALCIO. «Certo che posso essere considerato uno “zingaro” (in carriera ha cambiato otto squadre, ndr), mica sono sensibile come Balotelli. Il razzismo c’è dappertutto purtroppo, a me davano del terrone ma io mi caricavo. Ai veronesi dico di lasciar stare Mario, deve ancora crescere».

I VECCHI TEMPI. «Era un’altra vita, un altro calcio: oggi tutto è in mano ai procuratori, molti presidenti sono ostaggio di questi individui. Ai miei tempi dovevi valere per giocare in Serie A».

L’HELLAS. «Fui acquistato per la prima volta dal commendator Bonazzi: bei tempi al vecchio Bentegodi, giocavamo un bel calcio e lo stadio era sempre pieno. Ero un ribelle, una volta mi beccarono in macchina in via Mazzini alle 2 di notte. Sono comunque stato uno dei primi cinque attaccanti della storia del Verona. Ero veloce e rapido: ricordo che Maioli mi lanciava e io mi presentavo davanti al portiere. Avrei potuto segnare molto di più, ma ai miei tempi gli attaccanti non erano tutelati: ci picchiavano, e poi c’era il libero a renderci la vita difficile».

DOPPIO EX. «Inter ed Hellas sono le due squadre che più mi sono rimaste nel cuore, soprattutto la seconda visto che ormai vivo in provincia di Verona da cinquant’anni (a Montorio, ndr)».

IL VERONA DI OGGI. «Juric ha dato un’anima alla squadra, inoltre l’Hellas difende benissimo, e sappiamo quanto sia importante in Italia. Mi piace molto quel Rrahmani: forte fisicamente e insuperabile di testa. La squadra di Conte dovrà vincere, ma mi auguro che il mio Verona possa strappare un pareggio a San Siro».

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