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Laribi a L’Arena: “Verona, che rimpianto. E sulla sfida di stasera…”

Il fantasista italo-tunisino, doppio ex della sfida di stasera, non nasconde un po’ di delusione per la mancata chance in Serie A con i gialloblù

Tra i tanti doppi ex chiamati a commentare il match in programma stasera tra Verona e Sassuolo non poteva mancare Karim Laribi: l’italo-tunisino ha infatti alle spalle non solo la promozione conquistato l’anno scorso contro il Cittadella, ma anche quella in maglia neroverde arrivata al termine della stagione 2012/2013, oltre ovviamente al debutto in Serie A sempre con gli emiliani durante l’annata successiva.

Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni rilasciate dal fantasista ai colleghi de L’Arena.

L’EFFETTO-AGLIETTI. «Il mister è stato un mago a inserirsi con calma e a cambiare due o tre cosine, il resto è scattato in noi. Eravamo convinti di vincere, ci sentivamo imbattibili: il Cittadella all’andata avrebbe potuto anche segnare cinque gol, noi al Bentegodi ne avremmo segnato uno in più. La partita del Tombolato ci ha fatto capire che saremmo andati in Serie A».

UNA SERATA MAGICA. «Ricordo il passaggio del Pazzo, la gente piena di felicità e noi in campo con le nostre famiglie. Una serata magica, con i nostri tifosi che hanno spinto verso la vittoria. A proposito dei tifosi: mai vista una città come Verona: la gente impazzisce per l’Hellas, ma ti lasci tranquillo quando sei in città. Sotto questo aspetto è unica».

IL RIMPIANTO. «Chi fa questo mestiere, anche se è una parola grossa definirlo così, sa a cosa va incontro. Quando la società in estate mi ha detto che non facevo parte dei piani del nuovo allenatore, ho accettato di andarmene, però è chiaro che rimpiango di non aver potuto fare la Serie A con l’Hellas. Mi sarebbe piaciuto poter avere una chance in una categoria superiore».

LA SFIDA DI STASERA. «Ovviamente guarderò la partita, sarà un match tra due ottime squadre. Il Sassuolo tiene molto la palla, segna molto e ma concede parecchio, mentre il Verona pressa tantissimo e non fa giocare l’avversario. Sono due idee di calcio abbastanza diverse, vedremo chi saprà sfruttare meglio le situazioni che si creeranno durante la partita».

IL SASSUOLO DI LARIBI. «Della squadra in cui giocavo io sono rimasti in pochi, se non ricordo male solo Magnanelli, Peluso, Berardi, Pegolo e Consigli, gli altri sono tutti nuovi. Squinzi? Era quasi sempre in giro per il mondo, ma quando entrava in spogliatoio si capiva che era un uomo con la “U” maiuscola. Sono legato al Sassuolo, lì ho conquistato la Serie A, anche se non da protagonista, e ci ho esordito».

L’EMPOLI. «Quello che ci aspetta è un campionato lungo e difficile, ma lavoriamo per la promozione e ovviamente speriamo di raggiungere il nostro obiettivo. L’Empoli è un grande club, molto organizzato, e merita la Serie A».

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