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L’Arena e lo Juric “visto dagli altri”

Rigoni, Onofri, Trainotti, Manarin e Zanetti concordi: il tecnico è un duro, ma sa come farsi voler bene

Tanta preparazione, la capacità di farsi volere bene dallo spogliatoio ma anche nessuno sconto quanto di tratta di allenarsi: è questo il profilo di Ivan Juric che emerge dall’edizione odierna de L’Arena.

I colleghi hanno infatti intervistato Luca RigoniAndrea Trainotti, Luca ManarinNiccolò Zanetti e Claudio Onofri ossia quattro giocatori allenati dal tecnico croato al Genoa (il primo) o al Mantova (gli altri tre) e una delle storiche colonne del Grifone rossoblù.

Di seguito, dunque, le loro principali dichiarazioni.

RIGONI. «Juric è un tecnico preparatissimo, lavora molto e sa quello che vuole: mi auguro possa fare bene a Verona. È un duro, e quel che pensa te lo dice in faccia. D’altronde è meglio essere chiari e schietti, o almeno io preferisco così. Inoltre, al di là dei suoi meriti, trovo molti punti di contatto fra il suo carattere e l’anima dei tifosi del Verona».

ONOFRI. «In questi anni qualcosa non è andato, in linea però con i problemi attraversati dal Genoa. Le idee di Juric sono buone, fedeli a quelle di Gasperini: la traccia c’è, e l’Hellas può diventare un bel piano da cui ripartire. Verona è una grande piazza per ritrovarsi e tornare quello di sempre».

TRAINOTTI. «Una volta fra il primo e secondo tempo di una partita di campionato ruppe un vetro dalla rabbia: si ferì ad una mano, ma quello era il messaggio che voleva indirizzare a noi. Non stavamo giocando bene, ma in quella gara rimontammo due gol e pareggiammo. Con lui si lavora sempre a duemila all’ora e in modo molto particolare, con la corsa è al centro di tutto: ricordo di giornate in cui facevo fatica a tornare a casa dopo l’allenamento. Tiene tanto a quel che fa e di sicuro è uno che non te le manda a dire: fuori si fa anche voler bene, ma quando si sgobba non ha mai fatto un complimento a nessuno».

MANARIN. «All’inizio della settimana facevamo sempre più di dieci chilometri a seduta: faticoso, ma la domenica andavamo forte davvero. Il mister ci ha sempre dimostrato che il duro sacrificio alla fine paga sempre. Mi vengono in mente i suoi forti discorsi motivazionali, soprattutto quelli fatti prima di certe partite importanti. Così come quell’essere un martello senza mai mollare di un centimetro. Se la squadra dovesse seguirlo fino in fondo allora tutti, dal primo all’ultimo, daranno per lui tutto quello che hanno. Il suo non è un calcio facile, ma non ci ha mai tradito».

ZANETTI. «All’inizio con qualche giocatore è andato quasi allo scontro, ma quando il gruppo ha cominciato a capire quel che era realmente tutti andavano in campo per lui, come dei guerrieri. Juric in sintesi? Un anno con lui equivale a due con un altro allenatore».

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