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Zaia: “La partita che mi ha emozionato di più? Sarà una delle due finali”

Il presidente della Regione celebra la finale playoff tutta veneta tra due squadre che lui definisce due “miracoli calcistici”

Il Veneto sarà comunque rappresentato nella Serie A 2019/20. Nonostante la caduta del Chievo, una tra Verona e Cittadella prenderà parte al massimo campionato nella prossima stagione.

Il presidente della Regione Luca Zaia presenta così a L’Arena così la doppia finale che avrà inizio questa sera: “Il miracolo Chievo ha salutato la Serie A, dove sono certo tornerà presto, ma questa sfida tra due miracoli diversi ripaga ampiamente gli sportivi veneti e il movimento calcistico regionale. Mai come in questo caso, vinca il migliore. Il miracolo Cittadella si descrive da solo, basti pensare che, se andasse in A, sarebbe la più piccola città della storia del calcio italiano ad arrivarci. Il miracolo Verona è quello di una società e di una squadra mai dome, che, in A come in B, lottano sempre e sempre, anche in questo caso, portano a casa risultati“.

Zaia ricorda bene anche il Verona dello scudetto: “Come si fa a dimenticarne i protagonisti? I due biondoni venuti dal freddo, Briegel ed Elkjaer, il portierone Garella che quell’anno sembrava una piovra, capitan Tricella, ‘Nanu’ Galderisi, così piccolo e così forte, il metronomo del centrocampo Di Gennaro, e poi Fontolan e Fanna. Forse, presi uno per uno, non furono ‘campioni’ nel senso tradizionale del termine, ma furono gli umili protagonisti, con Osvaldo Bagnoli, di un’impresa da annali dello sport, non solo del calcio“.

Il presidente della Regione ha grosse aspettative per la finale playoff: “La partita che mi ha emozionato di più? Una che deve ancora arrivare: è sicuramente Verona-Cittadella, perché il mio cuore è veneto al cento per cento“. Poi c’è spazio anche per i ricordi: “Nel passato, la semifinale e la finale dei mondiali di Germania 2006. L’uno-due di Grosso e Del Piero che annichilì i tedeschi e ci portò in finale con la Francia. La partita non bella ma tesissima con i transalpini, il contatto ravvicinato del terzo tipo tra Zidane e Matrix-Materazzi, la sequela da infarto dei rigori. Maglie azzurre che corrono come impazzite per il campo dopo l’ultimo segnato. Tutte emozioni grandi, quelle che deve dare lo sport“.

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