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Frick a Eurosport: “Quanta qualità in quel Verona e in quella Serie A!”

L’ex attaccante gialloblù, intervistato dai colleghi in occasione di Italia-Liechtenstein, ha speso due parole anche sul suo passato all’Hellas

«La vie c’est fantastique quando segna Mario Frick», ma anche «Copa la vecia… col Frick!»: non sono molti i giocatori ad aver avuto l’onore di vedersi dedicare ben due cori dai tifosi del Verona, ma tra questi, come avrete capito, c’è anche Mario Frick, storico capitano della Nazionale del Liechtenstein con un passato in maglia gialloblù (26 presenze e 7 gol in totale per lui con l’Hellas).

Raggiunto dai microfoni di Eurosport in occasione della partita di stasera tra l’Italia e la nazionale del piccolo principato, l’attuale tecnico del Vaduz ha scambiato due chiacchiere con i colleghi, ricordando anche il proprio passato sulle rive dell’Adige.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

IL LIECHTENSTEIN. «Il Liechtenstein è piccolo, minuscolo, conta appena 38mila abitanti, ma è la mia terra. E Balzers il mio paese. È un piccolo comune che si incontra dopo la frontiera svizzera. Sono nato a Coira (in terra elvetica, ndr), solo perché, ai tempi, mia mamma era alla ricerca di un ospedale attrezzato… Proprio a Balzers ho iniziato a segnare i primi gol nel 1990 e gli ultimi di una carriera che mi ha portato a fare anche il libero: a 40 anni suonati avevo perso il guizzo là davanti ma non la voglia di difendere i colori del mio paese. E allora arretrai. Il match contro l’Italia? Spero che il CT butti nella mischia mio figlio (Noah Zinedine, ndr), sarebbe una bella soddisfazione in famiglia».

L’HELLAS. «Giocare in Serie A, in quella Serie A, era un autentico sogno. La rosa del Verona era di grande qualità, ma tutte quelle partecipanti a quel campionato lo erano. Ora i tempi sono profondamente cambiati: in Europa c’è solo la Juventus che sa farsi rispettare, e vediamo adesso cosa farà il Napoli. Mi ha invece profondamente deluso l’Inter, uscita contro dall’Europa League per mano dell’Eintracht. Barcellona e Real Madrid a parte, l’Europa oggi è dominata dalle squadre di Premier League, attualmente il campionato più bello».

LA GIOVINE ITALIA. «Zaniolo giocava insieme a mio figlio a Terni, avevano quattro anni. Io e Igor (il padre di Zaniolo, anch’egli calciatore, ndr) nella stagione 2002/2003 giocavano insieme nella Ternana. Mi sono emozionato nel vedere sbocciare il talento di Nicolò: con lui e Kean, Mancini ha a disposizione un vero tesoro. Vedrete, gli Azzurri rinasceranno nel segno dei giovani».

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