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Bianchetti: “Voglio vincere il terzo campionato. Rafa Marquez un esempio”

Le dichiarazioni del difensore che racconta la sua avventura in gialloblù e alcuni aspetti della sua vita privata

Matteo Bianchetti, difensore dell’Hellas Verona, ha parlato al canale mediatico gialloblù nella seconda puntata di HellasIamo. Queste alcune delle sue dichiarazioni:

“Il mio primo esame è stato Economia e gestione delle imprese sportive, ed è andato anche parecchio bene. Collegandomi a ciò la prima cosa che mi viene in mente sono le imprese sportive, sicuramente mi viene in mente l’anno in cui ho vinto la Next Generation e il campionato nel giro di tre mesi: sono state le prime vittorie importanti che mi lasciano dei bellissimi ricordi. Un aneddoto di quel periodo lì è che mi ero dovuto tagliare i capelli a zero perché avevo fatto una scommessa per la vittoria della Next Generation. Fortunatamente da una parte l’ho persa e dall’altra comunque sono dei bellissimi ricordi”.  

DI BIAGIO E L’U21.E’ stato un allenatore importante per me perché appena arrivato nell’U21 mi ha fatto capitano. Per un ragazzo è un riconoscimento importante e un innesto di grande fiducia. E’ stato un biennio bello, anche se siamo usciti ai gironi. Abbiamo sbagliato la partita inaugurale. Lui mi ha sempre dato fiducia anche nei momenti in cui giocavo meno nel club”.

FAMIGLIA. “Sono rimasto sempre coi piedi per terra grazie ai valori della mia famiglia. La mia ragazza mi è stata vicino nei momenti difficili e mi ha dato la forza per ripartire, per tornare meglio di prima. Conta tanto chi hai intorno e ti aiuta a rimanere coi piedi per terra”.

HELLAS. “A 20 anni sono arrivato a Verona, in una piazza importantissima e dopo sei mesi siamo tornati in Serie A: un’emozione indescrivibile perché arrivando dalla Primavera conquistarsi la Serie A in uno stadio pieno tutte le domeniche è un bel contraccolpo. E’ stato qualcosa di particolare e fantastico”.

PRIMO INFORTUNIO. “E’ nato tutto nei primi giorni di ritiro, parlando coi dottori capì subito che c’era qualcosa che non andava. Avevo mal di schiena e male a tutta la gamba e nel giro di due giorni la situazione è peggiorata: avevo un male atroce e per fortuna che c’era Debora con me. Mi sono accasciato a terra e siamo andati subito al pronto soccorso. La situazione poi è subito peggiorata, ma ho avuto la fortuna di trovarmi a Borgo Trento con un personale davvero preparato a livello umano e professionale. Loro hanno fatto tutto il possibile per permettermi di tornare a giocare. prima dell’operazione mi era stato comunicato che c’era la possibilità che non avrei più camminato. E’ stata la cosa che più mi ha lasciato dei segni. E’ stata dura da superare. Dovrò ringraziare per sempre i medici e la mia ragazza che è stata fondamentale: una donna forte che mi ha dato una carica incredibile.

SECONDO INFORTUNIO. “Nei giorni di riabilitazione mi è venuto fuori un altro problema, che ancora non si sa se è causato dal lascito del vecchio infortunio. Ho avuto un problema all’anca e sentirmi dire che avrei dovuto operarmi ancora è stata una bella batosta psicologica. Con grande voglia di rivalsa e rivincita abbiamo deciso che era meglio operarsi. Anche li due-tra allenamenti all’Isokinetick e adesso dovrei andare spedito fino alla fine. Allenarsi da solo è complicato, non c’è rapporto col compagno e non c’è competizione. Mi è mancata tanto l’aria aperta, anche se comunque lì ho creato delle belle amicizie. Non vedevo l’ora di ricominciare. Il momento più difficile è stato quando sono stato un mese e mezzo a letto, ma mai h pensato di mollare. Nel 2016 mi è arrivata un’offerta importante da parte della Sampdoria, ma ho fatto una scelta di vita. Mi dispiaceva lasciare Verona perché Pecchia mi considerava importante e per me contava quello, nonostante la Samp sia una piazza importante. Volevo dimostrare il mio valore qui e comunque sarebbe una scelta che rifarei perché Verona è casa mia”.

VERONA.Sono sei anni e mezzo che vivo qui a Verona. Sono cresciuto qui. Ho vinto due campionati e speriamo di vincere il terzo. La mia futura moglie è di Verona. Sono contento che verona sia la mia città: come ho detto prima ho rifiutato un’offerta perché già sono in una società importante, con una tifoseria importante. Qui si può far bene. Verona merita di salire in Serie A”.

GIOCATORI. “Di individualità importanti ne sono passate parecchie. Luca Toni ha segnato tanti gol e ci ha aiutato tantissimo. Lo stesso Rafa Marquez che per me è sempre stato un esempio. Allenarsi con loro ti aiuta a crescere. Anche Saviola, che non ho conosciuto ma tutti me ne hanno parlato bene. Tutti i giocatori nel mio ruolo che sono passati di qua mi hanno lasciato qualcosa”.

https://www.facebook.com/hellasveronafc1903/videos/344807252805276/

 

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