Il dinamismo del talentino veronese ha colpito Fabio Grosso, che nelle ultime partite del 2018 l’ha schierato mezzala
18 aprile 2018: al Bentegodi, nel match contro il Sassuolo, Andrea Danzi debutta in Serie A. È il Verona di Fabio Pecchia, una squadra ormai da tempo consapevole di retrocedere e che in quella serata incassa l’ennesima sconfitta stagionale (0-1 il risultato finale, con rete di Lemos su topica di Nicolas).
UNO SPIRAGLIO DI LUCE NEL BUIO TOTALE. Nella pochezza della prestazione gialloblù, a emergere è proprio l’allora capitano della Primavera, il quale in cabina di regia riesce se non altro a districarsi con personalità in mezzo alle maglie neroverdi. La buona prova non passerà in osservata, e infatti Pecchia da lì alla fine del campionato lo schiererà altre 4 volte.
LA SPARIZIONE. L’epilogo di quella stagione lo sappiamo tutti: una retrocessione inevitabile, il cambio di allenatore e il Verona ai blocchi di partenza della Serie B, con Danzi a giocarsi un posto davanti alla difesa. In realtà, però, Grosso non sembra “vederlo”, e il giovane talentino inizia a collezionare panchine e tribune, tanto da far pensare a un suo “reintegro” nella formazione Primavera.
LA TRASFORMAZIONE. Alla 15a giornata arriva tuttavia finalmente il suo turno: in campo, al Vigorito di Benevento, c’è infatti anche lui nel terzetto di centrocampo. A balzare subito all’occhio è però la sua posizione: il classe ’99 non è schierato come regista, ruolo occupato da Gustafson, bensì mezzala. Ciò non sembra comunque spaventare il ragazzo, che sfodera una prestazione tutta agonismo, dinamicità e personalità.
IL BOTTO. Otto giorni dopo, Danzi è nuovamente in campo, sempre nella nuova posizione scelta per lui da Fabio Grosso. Avversario di turno questa volta è il Pescara, e il risultato questa volta è anche meglio di quello della partita precedente: al 14′ infatti il centrocampista gialloblù riceve palla da Di Carmine e, completamente ignorato (e sottovalutato?) dagli avversari, si fa una decina di metri palla al piede prima di arrivare al limite e sfoderare un diagonale chirurgico che non lascia spazio a Kastrati.
LA BATTAGLIA E L’INFORTUNIO. Reduce da due prestazioni esaltanti, il talentino scaligero viene schierato anche contro il Livorno. Pur non essendo la sua partita migliore, è qui che viene fuori il “nuovo” Danzi, forse meno “bello” da vedere, ma tremendamente più battagliero, tanto da uscire stremato (e mezzo acciaccato) dal campo al termine di una vera e propria battaglia. Quella sarà però l’ultima partita del 2018 per lui, costretto a stare fuori a causa di un leggero fastidio alla caviglia sinistra riscontrato proprio durante il match del Picchi.
IL NUOVO ANNO. Ora che l’infortunio è alle spalle, per il giovane centrocampista si prospetta un nuovo anno ricco di occasioni. Grosso lo ha riplasmato, creando un giocatore che, oltre ai piedi buoni e a una spiccata personalità, ora ha anche quella che gli argentini definiscono garra: se saprà sfruttare questa sua nuova attitudine, però, dipenderà tutto da lui!