L’ex difensore gialloblù racconta la sua esperienza in Inghilterra e dice la sua sul presente della società scaligera.
Paolo Vanoli, ex terzino dell’Hellas Verona e attualmente assistente di Antonio Conte al Chelsea si racconta a L’Arena:
Calcio inglese– “Magia pura l’FA Cup, figurarsi poi vincerla in un teatro come Wembley. Più la giocavi più sentivi il peso e il fascino della storia. Siamo arrivati fino in fondo ad un’annata difficile”.
Conte- “Pretende tantissimo, ma è il dogma di ogni grande allenatore. La strada comunque la conoscevo già, indirizzato da Sacchi che il calcio l’ha cambiato e da un maestro come Viscidi in Federazione. Orgoglioso e fiero del mio percorso. Mi mancava proprio questo step dopo otto anni di Figc e la nazionale maggiore”.
La Premier- “Un campionato diverso dagli altri. Nessuna partita è scontata, questo è il bello. Fa parte della cultura inglese. La maggior qualità dei club di vertice spesso viene pareggiata dall’agonismo delle piccole. Così è sempre una battaglia”.
Giornata tipo inglese- “Senza un attimo di pausa. Il Chelsea ha giocato 59 partite, 18 solo a dicembre e gennaio fra Premier, Champions League, FA Cup, e Coppa di Lega. Di tempo ce n’era sempre molto poco, a volte capitava di scendere dall’aereo alle quattro di mattina e dover preparare già l’allenamento delle undici”.
Hellas Verona– “L’Hellas per me è sempre stato qualcosa di speciale. Ho vissuto tutto a denti stretti, con grande dispiacere per come è finita. La falsa partenza non ha aiutato, la situazione di Pazzini destabilizzante. E se parti male in A diventa dura raddrizzare la baracca”.
Retrocessione in Inghilterra- “Il calcio è bello ovunque. Ed ogni cultura va rispettata. In Inghilterra una squadra che retrocede viene applaudita. Alla quint’ultima giornata il Southampton contro di noi vinceva 2-0, alla fine ha perso 3-2 e pareva ormai spacciato. Eppure dalle tribune piovevano cori e incitamenti perché i giocatori avevano dato tutto. A Verona è diverso. La gente è arrabbiata perché non vede stabilità, ci vorrebbe più continuità. Una società anche nel presente deve tener conto della propria storia”.
Grosso- “L’esperienza di Bari l’ha aiutato a formarsi, per di più in un’annata complicata. Credo che Grosso sia la persona giusta, anche se alla fine molto dipenderà dalla qualità dei giocatori che avrà a disposizione”.
Chievo- “Da come è partito mi sarei aspettato un campionato sereno. Dopo però il Chievo ha avuto delle pause che in A non ti puoi permettere. Campedelli ha avuto grande coraggio nel cambiar allenatore”.
Campedelli e la Premier– “Conosco bene il presidente, è un grande appassionato di calcio inglese. Gli consiglierei però di non farlo. Già soffre molto le partite in Italia. E specie in Inghilterra tutto è in bilico fino al novantacinquesimo”.
Calcio italiano visto da Londra– “Mi spiace veder la nostra cultura buttata via troppo velocemente. Noi siamo forti ovunque. Coi nostri allenatori così come nell’industria di tutti i settori. Questo patrimonio però lo stiamo vendendo ed altri ne stanno beneficiando”.
Allenare l’Hellas– “Mi ci vedo. Prima o poi credo che succederà davvero. Verona mi ha dato tanto. Da giocatore al contorno non ci facevo troppo caso, ma da fuori è diverso. Respiri la fede della gente. E questa è una molla fortissima”.
X futuro intende, quando setti se ne sarà andato!!