L’ex capitano della Roma ha ricordato i momenti vissuti insieme, ma anche quelli che lo hanno visto contrapposto al numero 1 bianconero
Mancano poche ore a Juventus–Hellas Verona, un match senza alcuna importanza ai fini del campionato, ma che segna la fine di un’era: dopo questa partita, infatti, Gianluigi Buffon non sarà più il portiere della Vecchia Signora.
Una situazione simile è stata vissuta più o meno un anno fa da un’altra leggenda del calcio italiano, Francesco Totti, che ha voluto omaggiare un avversario, ma soprattutto un amico e un compagno di Nazionale con cui nel 2006 si è laureato campione del mondo.
Questo il testo integrale della lettera, pubblicata sull’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport:
«Mi sono sempre trovato a mio agio a ruoli invertiti: io che ostinatamente non riuscivo a staccarmi dalla mia maglia, tu che hai sempre provato a trasmettermi la tua razionalità. Per me è stato difficile, a tratti straziante, chiudere il cerchio. E ora che hai annunciato il tuo addio alla Juventus, caro Gigi, mi sento scaraventato di nuovo nelle sensazioni di dodici mesi fa. Non posso dirti cosa proverai domani, nel tuo stadio. Neanche so cosa ti frullerà nella testa nelle ore successive, quando deciderai se andare avanti o fermarti. Ognuno elabora le cose a modo proprio.
Ma sono certo che in questi giorni ti capiterà di riavvolgere il nastro della tua carriera. Ed è bello pensare che nei nostri rispettivi film abbiamo avuto entrambi una parte. Ci siamo incrociati da piccoli, siamo diventati a poco a poco capitani e uomini. Abbiamo difeso la stessa maglia, quella azzurra. E lottato rispettivamente per l’altra pelle: quella giallorossa io, quella bianconera tu.
Faccio fatica a ripercorrere tutto con ordine, ma il vortice che ne esce fuori è davvero travolgente: vedo le notti mondiali, la Coppa verso il cielo di Berlino, i nostri abbracci; li mescolo a un cucchiaio e a un paio di bordate che ti ho rifilato… e a qualche parata che ti potevi pure risparmiare! E ti dico grazie, per l’avversario e il compagno che sei stato.
P.s. – Se nei prossimi giorni avrai bisogno di un consiglio, fammi uno squillo. Per te ci sarò sempre».