Ieri a San Siro per la seconda partita consecutiva si è visto il tridente formato dai nuovi arrivi di gennaio più Cerci. Ma i gol latitano terribilmente.
Ci sono tante chiavi di lettura per interpretare il fallimento del Verona in questa stagione. Situazioni diverse e cumulabili, legate sia al valore tecnico della rosa che alle varie fasi di gioco.
Ieri pomeriggio per esempio, il Verona si è presentato in campo con un tridente che a fronte di 47 presenze collettive totali (22 di Cerci, 13 di Petkovic e 12 di Matos), ha totalizzato appena due reti. Poco, pochissimo per una squadra che per salvarsi ha bisogno soprattutto dei gol dei suoi attaccanti. E se pensiamo che questi due gol sono arrivati entrambi per opera di Cerci, è facile intuire come gli arrivi di gennaio abbiano completamente deluso le attese e non solo dal punto di vista realizzativo.
Al Verona in questa stagione è mancato soprattutto un attaccante in grado di fare la differenza con i suoi gol. Ne hanno segnati 4 Pazzini e Kean, mentre sono 2 i gol di Verde. Se aggiungiamo la rete siglata ieri da Lee componiamo un reparto offensivo che in totale ha fruttato 13 sole reti. Una miseria.
Per fare un paragone con squadre di livello simile la Spal ha totalizzato 14 reti con i soli Antenucci (8) e Paloschi (6) e il Crotone è arrivato a 13 con Trotta e Simy (senza contare Budimir).
Certo, basare l’operato dell’attacco sui soli numeri non è corretto, ma a volte sono proprio queste aride cifre a dare lo spaccato più veritiero della realtà delle cose.
