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Del Neri, Fascetti e Bagnoli raccontano: l’Hellas di oggi e quello di ieri

bagnoli

A Bardolino giovedì sera è andata in scena “L’allenatore ieri, oggi e domani”, un serata sulla guida tecnica con diversi… esperti del settore

Osvaldo Bagnoli, Gigi Delneri, Eugenio Fascetti e Gigi Maifredi sotto la regia di Raffaele Tomelleri, giovedì sera si sono riuniti nella Sala della Disciplina di Bardolino per una serata ispirata al tema “L’allenatore ieri, oggi e domani”. Come riporta L’Arena, una serata fatta di ricordi e racconti. Anche sull’Hellas di ieri e quello di oggi. “Per me Cassano ha visto la squadra e se n’è andato, sapeva già come sarebbe andata a finire. Fosse rimasto probabilmente il Verona avrebbe qualche punto in più, ma non tanti“, dice Fascetti.

Del Neri invece individua una partita in particolare: “Ho visto il Verona a Ferrara. Giocavano bene. Con Cerci, Verde, Bessa, Kean là davanti. Era vinta, poi la Spal ne ha fatti due alla fine ma la partita fu buona. Chiaro che se perdi uno di qualità come Cerci per troppo tempo poi la paghi. Ci sono annate che partono male e che diventa difficile poi raddrizzare“. Fascetti però riprende il controllo e tira le somme di questa stagione: “Annata brutta. Già l’anno scorso dopo un bell’inizio il Verona s’è un po’ perso. Non credo che questa fosse una squadra da Serie A. E adesso che si è retrocessi bisogna cambiare davvero“.

Dai momenti negativi si può anche trarre ispirazione“, dice filosoficamente di nuovo Del Neri: “Ma per trovare stabilità ci vuole tempo, prendete l’esempio dell’Atalanta.  La continuità deve passare pure dai momenti negativi. E l’ambiente deve dare al Verona la forza di ricostruire. Setti è un passionale, lo conosco bene. Dice cose sensate quando parla della necessità prima di tutto di avere i conti a posto“. L’ex tecnico dell’Udinese continua guardando il futuro: “Verona si sente degna solo della Serie A, ma non si può costruire senza la necessaria pazienza. Adesso invece il tempo è un po’ tiranno col calcio, mi auguro soltanto che queste annate permettano alla società di piantare basi sufficienti a far sì che il Verona in Serie A possa restarci a lungo“.

E’ Fascetti a fare un tuffo nel passato, parlando di quella squadra salita nell’anno del fallimento “arrivata fino in fondo perché quello era un gruppo di uomini veri” e quell’esonero amaro l’anno successivo: “Fu ingiusto, perché dopo le cose non andarono tanto meglio. Avesse segnato Raducioiu il venti per cento delle occasioni che seppe crearsi avremmo chiuso a metà classifica. Anche se il vero guaio fu l’infortunio di Stojkovic. La partita con l’Inter, ad esempio, la vinse da solo“.

E’ più pratico e sintetico invece Bagnoli:I giocatori devono seguire i loro stessi principi, pur seguendo le regole dell’allenatore. E prima ancora andarsi a prendere quelli che davvero servono, nel ruolo più funzionale al gruppo e più aderente alle loro caratteristiche. Anche al Verona qualcosa sarebbe servito a gennaio. Di una o due punte vere c’era bisogno“.

 

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