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Aarons e i motivi personali: convocato dal giudice per la rissa nel 2016, la ricostruzione e i risvolti

L’attuale giocatore dell’Hellas potrebbe cavarsela con una cauzione, ma suo cugino non pare godere della stessa possibilità. Tutto accadde due anni fa in un bar a Newcastle upon Tyne

Un caso che Rolando Aarons è destinato a trascinarsi avanti. Una macchia che lo marchia a Newcastle e di cui a Verona, per ora, si è capito ben poco. Correva l’ottobre 2016 e al Livello Bar di Newcastle Quayside, uno dei quartieri più cool lungo il fiume Tyne, l’allora ventenne Rolando Aarons, sua madre Joan Jacob e altre quattro persone stavano festeggiando un compleanno nell’area VIP del locale.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI – Circa alle 2:00 del mattino succede qualcosa, da cui scoppia una rissa quantificabile attorno ai 90 secondi. Le prime ricostruzioni raccontano di un diverbio fra lo stesso calciatore e un gruppo di giovani uomini che, forse presi dall’ebrezza o per semplice intraprendenza, si stavano divertendo sulla pista da ballo toccando e strusciandosi sulla zia di Aarons. A quel punto sarebbe intervenuto l’esterno d’attacco della squadra locale, intimando loro di smetterla ma causando una vera e propria rissa.

Altre testimonianze dicono che la rissa sia nata dal nulla, che la famiglia Aarons si stava godendo la serata e che a un certo punto sia scattata una scintilla di nervosismo. Il tutto è raccontato dal Daily Mail, che ha raccolto quanto per ora è noto in seguito al processo degli ultimi giorni. Il giocatore dell’Hellas Verona si era infatti assentato per “motivi personali” negli scorsi giorni, proprio per partecipare all’incontro con il giudice da cui era stato ovviamente convocato.

Qualcuno iniziò a lanciare delle bottiglie e lo scontro fra la fazione Aarons e quegli uomini, almeno cinque, coinvolse l’intero locale. Un membro di questo gruppo separato ha anche riportato una pericolosa ferita alla testa, ma pare che questo sia avvenuto dopo l’intervento dello staff o di quanti altri per placare lo scontro.

I POSSIBILI RISVOLTI E LA POSIZIONE DI AARONS – Quel che conta è che, nel processo degli ultimi giorni Aarons e i suoi abbiano ammesso di essere stati al centro dell’accaduto, anche se sembra che la rissa sia scaturita in seguito all’atteggiamento violento del gruppo opposto e che quindi i familiari del calciatore o lui stesso non abbiano la colpa di aver acceso lo scontro. All’inizio dell’incontro il giudice, il Signor Edward Bindloss, aveva avvertito tutti che il carcere potrebbe essere stata una possibilità, anche se pare che poi la scappatoia della cauzione sia stata resa disponibile per tutti tranne che per Garfield White, cugino di Aarons.

Per White, infatti, ci sarà da attendere la sentenza del prossimo 22 maggio. Su di lui il giudice Bindloss ha detto: “Tutte le opzioni rimangono ancora aperte, compresa quella di un’immediata sentenza di custodia“.

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