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Ferdinando Chiampan, il suo Verona sognatore, tanti ricordi e un confronto con il presente

CHIAMPAN Ferdinando

L’ex gialloblù parla del suo Verona che puntava alle coppe europee, facendo un paragone con quello attuale di Setti che invece lotta per la salvezza

Grandi attimi “amarcord” questa mattina nelle pagine de La Gazzetta dello sport. Il quotidiano rosa fa un bel tuffo nel passato e intervista il patron del club negli anni d’oro della squadra: Ferdinando Chiampan, con il quale esattamente 30 anni fa, domani, il Verona visse la sua ultima partita europea: 1-1 contro il Werder Brema in casa loro, era il lontano 16 marzo 1988 e si stava disputando la gara di ritorno dei quarti di Coppa Uefa: “Vivemmo delle emozioni bellissime. Conservo a casa un toro di legno: è il souvenir che presi a Bucarest. Lì affrontammo lo Sportul Studentesc, negli ottavi“.

Sono ormai novantenne, è cambiato tutto”, continua Chiampan, “ma rimangono le gratificazioni per quanto quel Verona seppe fare. Pensavamo di poterla vincere, la Coppa Uefa. Non sarebbe stato come conquistare di nuovo lo scudetto, ma avrebbe rappresentato una tappa storica per il club”. Fa quasi strano pensare che “soli” 30 anni fa l’Hellas poteva ambire a conquistare coppe europea mentre adesso lotta per una posizione nella coda della classifica: “La dimensione del Verona, nel calcio di oggi, è quella di una squadra che deve lottare per restare in A. I miracoli non appartengono più al pallone, perlomeno in Italia. Il divario di risorse tra i grandi club e i medio-piccoli è troppo ampio”.

Si continua a contemplare il passato: “Se riguardo ai miei anni da proprietario del Verona provo una profonda sofferenza. Essere presidente dell’Hellas è molto difficile. Io ho pagato con la galera, con la morte civile. Un dolore incancellabile. Cosa mi diede di buono il Verona? Le gioie sul campo e i legami con chi ne faceva parte. Con Osvaldo Bagnoli parliamo più adesso di quando allenava. E poi i giocatori. Ottimi rapporti con tutti, all’insegna del rispetto, dei valori umani che condividevamo. Soltanto con Cervone ebbi uno scontro. Gli rimproverai certi comportamenti fuori dal campo e mi invitò sgarbatamente a occuparmi soltanto di quanto faceva da giocatore“.

ORA. A proposito di salvezza invece: “Ora il campionato è riaperto e mi pare che l’Hellas abbia trovato lo spirito che serve per restare in A“.

PASSATO E PRESENTE. Chiampan e Setti, attuale presidente, consigli da tramandare? “Consigli non ne posso dare. Ha già fatto certe riflessioni. Nelle settimane scorse ha fatto chiarezza su certi lati della sua gestione che suscitavano dubbi, raccontando la sua verità, che come tale va accettata. Trovo che sia un imprenditore serio; l’ho conosciuto personalmente. Ha portato e tenuto l’Hellas in Serie A. Non è roba da ridere. Per riuscirci ha messo nel Verona quel che è nelle sue possibilità. I risultati sportivi sono il obiettivo di chi fa calcio, ma i bilanci non possono essere messi in disparte. Io dissi di no a Berlusconi che voleva che gli cedessimo Antonio Di Gennaro. Me ne pentii? No, perché per Bagnoli era un giocatore fondamentale. Ma adesso, nel calcio, certi rifiuti non si possono più pronunciare».

RICORDO. L’intervista si conclude con un ricordo, un sunto, il Verona di 30 anni fa in una sola immagine: “Le trasferte. Ancora Bucarest: alloggiavamo in un albergo elegante, ma nelle stanze c’era soltanto una lampadina che diffondeva una luce fioca. Non c’erano soldi per l’energia. La Romania era in ginocchio, la gente era povera. Lo stadio in cui giocammo cadeva a pezzi. Scendeva la neve. Preben Elkjaer segnò il gol con cui vincemmo. Non so se accadrà mai, ma vorrei vedere di nuovo l’Hellas in Europa. Un sogno, ogni tanto, provo a permettermelo”, un’immagine del passato che si conclude in un sogno per il futuro.

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6 anni fa

Ho visto con i miei occhi degli ingrati che fuori dallo stadio gli hanno sputato addosso, provo ancora vergogna per loro

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6 anni fa

vi ricordo che la curva all epoca urlava : CHIAMPAN POLATO VERONA ROVINATO!!!! meditate gente meditate…….

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