Era diventato tristemente noto il 15 gennaio di quest’anno, il giorno dopo il disastro di Nantes-Paris Saint-Germain, nonostante quasi dieci anni come arbitro effettivo anche di FIFA e UEFA. Ora arriva la sentenza finale su Tony Chapron, un uomo che ha sbagliato, si è scusato, ma che dovrà pagare il suo errore in modo ben più salato rispetto a simili gesti compiuti in altre occasioni dalle altre 22 persone in campo.
Una sospensione di sei mesi, abbassata a tre: questa la decisione della lega francese dopo quella reazione avuta dall’arbitro sul giocatore del Nantes Diego Carlos, reo di averlo involontariamente spinto per terra nella corsa (o forse infastidito nell’averlo fra i piedi mentre tornava a difendere). La decisione è arrivata dopo aver ascoltato la versione di Chapron, prontamente scusatosi il giorno dopo il fattaccio, e aver riletto il suo referto.
Uno sgambetto che aveva provocato la contro-reazione di Carlos, poi espulso dallo stesso arbitro. Tante discussioni in campo, un momento di frustrazione che certamente un direttore di gara non dovrebbe mai avere, ma: c’è un ma anche qui. Senza evitare condanne alcune su Chapron, che sicuramente si è reso conto dello sconsiderato gesto compiuto, lesivo dell’immagine del mondo arbitrale, è bizzarro come questo evento, solo perché raro a vedersi, sia balzato all’occhio del mondo calcistico come assurdo e passibile di pene pesantissimi, come l’archiviazione della sua carriera arbitrale, quando per gesti simili molti calciatori hanno subito squalifiche irrisorie.