
La settimana non è delle migliori. Anzi, le settimane non sono le migliori. Diciamo pure che la stagione è stata disastrosa fino ad ora. Se tre indizi fanno una prova, ormai il caso qui dovrebbe essere chiuso, ma il colpevole non è stato ancora individuato: giocatori, allenatore, ds, presidente. Sembra di trovarsi sull’Orient Express: il Verona è a terra, i passeggeri si guardano sorpresi borbottando “io non ho colpe”.
Tutto molto facile. Ma la contestazione allo stadio è stata la naturale reazione di chi vuole sapere chi si assume la responsabilità del disastro, mentre tutti si passano la patata bollente. Molto bene quando i protagonisti si presentano davanti ai microfoni ‘per metterci la faccia’, meno bene quando si cerca di riempire la testa del tifoso di parole, ma i fatti poi stanno a zero.
Perché la sensazione è questa: ottimi imbonitori, scarsi nell’agire. La sconfitta netta contro il Crotone avrebbe dovuto scuotere l’ambiente fino alle fondamenta, invece niente: Pecchia è rimasto al suo posto, e pazienza. La squadra in ritiro punitivo, forse un po’ in ritardo sui tempi, magari la prossima volta meglio farlo prima di una delle partite più importanti della stagione. La società…La società è il tallone d’Achille di questo Verona.
L’ostinazione nel mantenere Pecchia in panchina rasenta il ridicolo, non ce ne voglia l’allenatore: giusto che non sia sempre lui a pagare per gli errori di tutti, ma come si diceva all’inizio, tre indizi fanno una prova, cinque sconfitte di fila fanno un mister da rivedere (almeno).
Ma non solo: ora è partito il fuggi fuggi generale. Nel post-partita contro il Crotone, Fusco ha tuonato: “Chi non se la sente di andare avanti meglio che vada via”. Non una grande idea, pare che ora la fila per il ticket di uscita si stia allungando pericolosamente. Bessa, Pazzini, Bruno Zuculini si andranno ad aggiungere a Caceres in lidi dove si sorride di più.
Ma li sostituiranno? “Il mercato è virtualmente chiuso“. Molto bene. Se prima si navigava in cattive acque, adesso si possono proprio ammainare le vele in mezzo all’oceano.
Perché fare così? L’Hellas Verona è una società storica, non un giocattolo. Arriva il momento in cui si tocca il fondo, e siamo molto vicini. Si potrebbe dire che peggio non potrebbe andare, ma non vogliamo sfidare la Divina Provvidenza. Non bastano più le parole, servono i fatti: Presidente, questa società va guidata, non osservata e lasciata nelle mani di altri. Perché, se si va avanti così, torneremo a guardare i gialloblù di sabato pomeriggio. E non sarà un anticipo di Serie A.
