
Interessante articolo sulla Gazzetta dello Sport di quest’oggi che permette una riflessione sull’uso della VAR. Arrivati al giro di boa del campionato, infatti, le 20 giornate di campionato disputate sino a qui tracciano un primo bilancio della tecnologia in campo, cercando di capire come si possa migliorare nell’utilizzo.
CASI ECLATANTI: L’arbitro valuta un episodio soggettivo, cioè dove esiste l’interpretazione (ad esempio, un fallo di mano o un intervento)
Mano di Mertens (Napoli-Crotone)
Mano di Bernardeschi (Cagliari-Juventus)
Mano di Iago Falque (Lazio-Torino)
La VAR ha chiesto all’arbitro se si fosse accorto del contatto, risposta: visto, involontario. Discussione chiusa, è un giudizio soggettivo e non si può considerare chiaro errore.
USO SBAGLIATO: Arbitro Doveri in Juventus-Torino di Coppa Italia.
Fallo di Khedira su Acquah: l’arbitro giudica regolare l’intervento, poi va a rivedere le immagini. Sbagliato, non si è venuto a creare il chiaro errore, e l’arbitro aveva tutti i mezzi per giudicare in diretta. L’uso della VAR in questo modo va contro regolamento, perché l’arbitro è andato alla ricerca del contatto con il pallone da parte di Khedira dopo averlo giudicato in diretta. Per giunta, dopo la revisione delle immagini, ha preso la decisione sbagliata.
PROPOSTE PER MIGLIORARE LA VAR
- Rivedere automaticamente con replay tutti i tocchi di mano in area;
- Introdurre il tempo di gara effettivo;
- Rivedere il concetto di chiaro errore ed utilizzare solo l’errore;
- Mostrare in tv e allo stadio le immagini della VAR;
- Uso delle immagini 3D per il fuorigioco e il concetto di ‘luce’ tra i giocatori per far scattare l’offside.
