Il 3-0 al Milan è finora la miglior prestazione del Verona in questa Serie A 2017/’18. Tra i firmatari della condanna rossonera c’è anche un diciassettenne preso in prestito dalla Juve per fare il vice-Pazzini, ma ritrovatosi poi a giocare con continuità. Così com’è cresciuto di tonicità e carattere l’Hellas ha fatto anche lui, con prestazioni via via sempre migliori.

Sfrutta la fisicità, è quello il suo punto di forza, ma quando si gira e corre verso la porta è veloce. Kean è un centravanti di grandi qualità e futuro, ma a primo impatto non aveva convinto. Sia chiaro: non basta un gol per convincere Verona. Il giovane della Juventus sta trovando sempre più spazio negli undici di Pecchia: è forse diventato il titolare fisso assieme a Cerci là davanti.

C’è un fattore che lo rende indispensabile in questa squadra: la presenza in area di rigore. Per carità, è il mestiere di ogni attaccante, ma la sua non è una presenza di quelle “nel posto giusto al momento giusto“. Lui crea confusione sempre, perché dà apprensione alle difese avversarie.

Giampaolo Pazzini non c’è riuscito in questa prima parte di stagione, sinceramente il perché può essere ricercato nelle orribili partite giocate dai gialloblù. Lo stesso Kean non aveva fatto bene: non si può pretendere che gli attaccanti si creino i gol da soli, non giocherebbero al Verona altrimenti. Ora che la squadra gira, però, girano anche le prestazioni degli attaccanti, con Cerci che è diventato seconda punta e Kean a fare la prima. Pazzini è defilato, alle prese con problemi con gli altri o con se stesso.

Ciò che più aveva stupito del classe 2000 era stato il suo esordio in Champions League a soli 16 anni, in una partita pesantissima per la Juve sul campo del Siviglia. Kean era entrato sullo 0-0, ma pochi minuti dopo arrivò il gol decisivo di Leonardo Bonucci, una rete nata dall’indecisione dei difensori per il suo posizionamento.

Moise Kean crea densità davanti alla porta, è quello che serve a un Verona che a inizio campionato ha avuto problemi a segnare e che comunque, nelle ultime uscite, ha faticato a concretizzare ottime azioni di contropiede. Kean ha gamba, sicuramente più di Pazzini, per questo è scelto al posto suo. Non per curriculum certamente, non per qualità maggiori o prestigio, probabilmente per le doti più adatte al gioco che Pecchia ha instaurato in questo mese.

Kean ha segnato il suo primo gol in Serie A sul finire della stagione scorsa, con la maglia dei bianconeri. Ha ribadito contro il Torino in una pazza rimonta, primo gol con la maglia dell’Hellas. Kean è un’arma che il Verona ha il dovere di utilizzare per la propria salvezza e, se è in grado di offrire più di un capitano dal nome pesante, ben venga il suo impiego. Perché se il vero Kean è quello di Ferrara e quello contro il Milan, magari con un pizzico di altruismo in più, allora è già un ottimo attaccante.