Ancora analisi tattiche e dubbi nati dal rientro di Daniel Bessa in vista della gara con il Sassuolo. Oggi toccano a La Gazzetta dello Sport, mentre martedì erano toccati a noi. Avevamo cercato di ipotizzarlo in un 4-4-2, pensando fosse difficile un ritorno al 4-3-3 dopo il discreto atteggiamento tenuto contro il Bologna, almeno fino al crollo.

Dal ritiro di Collecchio però, quest’ipotesi tattica non pare impossibile. Eppure stavolta Pecchia ha un sacco di idee che gli frullano per la testa: 4-4-2, 4-3-3, 4-3-2-1, 4-2-3-1. Qualsiasi modulo, basta evitare la sesta sconfitta consecutiva, che significherebbe anche mettere a serio rischio la panchina.

Proprio dopo la quattordicesima giornata di due stagioni fa, dopo la sconfitta al Benito Stirpe di Frosinone, arrivò il primo cambio allenatore dell’era Setti: fuori Mandorlini e dentro Delneri. In quel momento c’erano 6 punti in classifica, proprio come oggi. Coincidenze? Se la pazienza funziona a par condicio Pecchia è sul filo di un rasoio.

Aggiungiamo un’altra ipotesi sull’impiego di Daniel Bessa: e se l’italo-brasiliano rimanesse fuori? Un suo innesto rischierebbe di compromettere una quadratura promettente, quella del primo tempo contro il Bologna. Sarebbe solo un’idea, inizialmente avevamo ipotizzato un turno di riposo per Verde, ma sono finiti i tempi dei turn over, contro il Sassuolo ci si gioca tutto (cioè: Fabio si gioca tutto, almeno così si dice).

Quindi Bessa dove andrà? In panchina; alle spalle di Pazzini e Cerci; al posto del Pazzo, che ha saltato alcuni allenamenti e non è al cento-per-cento; sulla fascia; a fare la mezzala di centrocampo. Le possibilità sono talmente tante da farci tremendamente incuriosire. Pecchia ha un arma in più per la sua missione permanenza. Eppure Bessa, più volte è stato a doppio taglio.