I colleghi analizzano la sconfitta maturata domenica contro gli uomini di Colantuono

“Non sparate sul Verona!“: è questo il primo punto fermo riportato quest’oggi da L’Arena nell’analisi del k.o. contro la Salernitana. I colleghi, giustamente, valutano la sconfitta del Bentegodi come un passo falso in un campionato che sin qui è comunque stato molto positivo.

Ciò non toglie che la battuta d’arresto vada analizzata per capirne le motivazioni, da ricercarsi non solo negli episodi (che sicuramente non hanno girato a favore dell’Hellas), ma anche in altri aspetti che ora vi riportiamo.

COVID E STANCHEZZA. Il punto principale è ovviamente da ricercarsi in una condizione non ottimale: l’Hellas ha giocato giovedì e, causa focolaio Covid interno, non ha potuto far rifiatare chi magari aveva più risentito dell’impegno ravvicinato dopo lo stop natalizio. Ciò ha probabilmente portato anche a una certa mancanza di lucidità, visto che ventiquattro tiri in porta e diciassette calci d’angolo non sono certo numeri di una squadra rinunciataria.

IL SILENZIO. Quando le gambe non girano è la testa a provare a dare lo sprint, e in tal senso le motivazioni possono dare tanto. I granata, caricati dall’arrivo della nuova società e dalla consapevolezza di non avere niente da perdere, sono probabilmente scesi in campo con più voglia, mentre il Verona si è anche ritrovato ad avere a che fare con una Curva Sud disertata a causa dell’ennesimo provvedimento restrittivo del governo nei confronti del pubblico negli stadi. Senza la parte più calda del proprio tifo, per Veloso e soci è stato impossibile far scattare la scintilla che, magari, li avrebbe portati alla vittoria o quantomeno a un punto smuovi-classifica.

L’EQUIVOCO TATTICO. I colleghi de L’Arena pongono parecchia attenzione su un aspetto che anche chi vi scrive ritiene piuttosto fondamentale: Ilic e Veloso, almeno in questo momento, non possono convivere. I due fondamentalmente non sono in forma e “si pestano i piedi”, inoltre l’assenza di Tameze porta a una carenza di muscoli a centrocampo. Ecco perché il franco-camerunense, citiamo testualmente, “deve sempre essere al suo posto in mediana”.

LA SOLITUDINE DI KORAY. Il rendimento di Günter in questo campionato è sicuramente altalenante, eppure il centrale si è anche distinto per il numero di palloni recuperati in Serie A (quinto posto tra i centrali difensivi). Il classe ’94 dimostra dunque di essere abbastanza efficace quando si tratta di prendere “di petto” gli avversari e nell’impostazione, ma soffre le infilate laterali e (questo lo aggiungiamo noi) a volte cade troppo facilmente nella rete del “nemico” (fermo restando che più lo riguardiamo e meno quello su Gondo ci sembra rigore). Casale e Ceccherini, ai quali Tudor non risparmia compiti offensivi, questa volta avrebbero probabilmente dovuto stringersi un po’ di più attorno al compagno di reparto.

CALMA E GESSO. E quindi, che fare? In realtà, niente di particolare. La botta va assorbita senza fare drammi, magari cercando di concentrarsi e di arrivare al meglio alla sfida contro il Sassuolo. Durante la settimana potrebbe pure arrivare qualche buona notizia dal fronte tamponi (Magnani, Cancellieri e Ragusa si sono già negativizzati) che rimpolperebbe la rosa. Certo l’avversario non è il più semplice della lista, ma è chiaro che un risultato utile contro i neroverdi sarebbe senz’altro la miglior medicina.