Le dichiarazioni del preparatore dei portieri gialloblù sul suo ruolo e sulla sua carriera

Fabrizio Paese, preparatore dei portieri dell’Hellas Verona, ha parlato al canale mediatico gialloblù. Queste alcune delle sue dichiarazioni:

“Ai miei tempi non esisteva il ruolo dei preparatori dei portieri. Era una sorta di autogestione: prima ci allenavamo con la squadra e poi a fine allenamento dovevamo parare i tiri in porta. Adesso questo ruolo sta assumendo un’immagine positiva come merita. Lavoriamo con tre-quattro portieri al massimo”. 

RICORDI. “Ho avuto tante soddisfazioni da Buffon e Toldo, ma anche da Toniolo, Ciezkowski e Aznar: tutti ragazzi che ho aiutato a crescere giorno dopo giorno. Non c’è mai stato un portiere con cui ho avuto un brutto rapporto. la più bella soddisfazione è stato con l’esordio di Zancopen a 33 anni, perché i miglioramenti sono all’ordine del giorno”. 

SILVESTRI. “Lo conoscevo da quando faceva le giovanili del Chievo ed era già un gran portiere. Non è un caso che abbia giocato in Premier. Lui è già un grande portiere, ma in questi ultimi anni sta affinando piccole lacune. E’ fortissimo sotto l’aspetto mentale. In questi 3 anni non gli ho visto mai un cedimento o un calo. Vorrei prendermi un piccolo merito: qualche mese fa dissi che meritava la nazionale e adesso dico che meriterebbe anche una chance“.

RIGORE PARATO A PLATINI. “Negli ultimi anni a Trento avevo parato una decina di rigori, quando andai al Taranto giocammo contro la Juventus a Torino e perdemmo 3-1, ma parai il primo rigore calciato da Platini in Italia”.

VERONA. “E’ stato l’unico anno della mia carriera in  cui ho fatto la riserva, anche se a un grande come Superchi. Ricordo che prima andavo in curva a tifare e sognavo di essere al posto del portiere del Verona: quel sogno si è realizzato per due partite. Indipendentemente dalle presenze è stato un sogno. L’Hellas più di una maglia è una pelle e solo chi lo vive può capirlo”.