ESC. CH – Longega: “Bravo Venturi a salvare l’HV Women, ora tocca agli americani. Su un mio ritorno…”

L'allenatore più vincente del calcio femminile veronese ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni

renato longega
Ph. Mirko Barbieri - BPE

La stagione dell’Hellas Verona Women si è conclusa con una salvezza alquanto tribolata arrivata al termine di un campionato durissimo e che ha visto la squadra di Giacomo Venturi, profondamente rivoluzionata e privata di quasi tutte le proprie “big”, lottare fino all’ultimo per mantenere la categoria.

Per analizzare l’annata 2024/2025 e per parlare del futuro della squadra femminile gialloblù, abbiamo dunque deciso di raggiungere Renato Longega, autentica leggenda del calcio femminile italiano che sulla panchina Bardolino e AGSM Verona (le “antenate” dell’Hellas di oggi) ha portato a casa cinque campionati, tre Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane.

Di seguito, dunque, la nostra intervista esclusiva all’allenatore emiliano.

Si è appena concluso il più complicato campionato dalla nascita dell’Hellas Verona Women: come giudica la stagione delle gialloblù?
«Sicuramente non è stata una gran stagione, anche perché quest’anno c’erano tre promozioni e quindi, con un po’ di progettualità e qualche sacrificio, si sarebbe anche potuto ambire alla Serie A. Probabilmente però il calcio femminile non era di primaria importanza per la precedente società e quindi abbiamo assistito a quest’annata tribolata. Fortunatamente nel finale la squadra si è un po’ ritrovata ed è riuscita a salvarsi: scendere addirittura in Serie C sarebbe stato davvero deludente».

A inizio stagione si è scelto di rivoluzionare completamente la squadra, inserendo tante giovani. Come valuta il loro rendimento?
«Sicuramente la società ha avuto coraggio nello schierare così tante giovani, anche se probabilmente si è trattato più di scelte societarie legate a un fattore di risparmio economico che di un’effettiva volontà del club. A livello tecnico e fisico, però, al momento non ho visto giocatrici che potrebbero fare la differenza ed emergere in Serie A come fatto per esempio da Cantore della Juventus o Santi dell’Inter, entrambe di recente passate da Verona. Se si sceglie questa linea “verde”, bisogna investire nel settore giovanile, ma al momento non è stato fatto nemmeno quello…».

Come valuta l’operato di Giacomo Venturi?
«Lo conosco, è un bravissimo ragazzo e ha tanta passione. È stato bravo, perché è riuscito a mantenere la squadra sul pezzo, ottenendo la salvezza più grazie alla forza di volontà del gruppo che alle sue effettive qualità. Con il materiale che aveva a disposizione ha fatto il massimo, chiedergli qualcosa di più non sarebbe stato corretto. Gli faccio i complimenti e aggiungo che mi dispiace che non sia stato confermato».

A tal proposito, cosa pensa della separazione tra l’Hellas Verona Women e mister Venturi?
«Bisogna capire cos’ha intenzione di fare la dirigenza. Se si vuole fare un salto di qualità, potrei capire la ricerca di un profilo con una maggiore esperienza; se però anche l’anno prossimo si andrà al risparmio per quanto riguarda la rosa, cambiare allenatore è abbastanza inutile».

Verona è sempre stato un polo importante nel calcio femminile, ora invece si ritrova con un Hellas che lotta per salvarsi in Serie B e il Chievo che ha appena ceduto il titolo sportivo al Como. C’è un po’ di amarezza pensando al passato oppure semplicemente i tempi sono cambiati?
«I tempi non sono cambiati, come dimostra il fatto che anche in Serie A ci sono società non professionistiche. Chi sa lavorare porta a casa i risultati: magari non vince il campionato, ma rimane ai massimi livelli. Verona è la patria del calcio femminile: in passato, oltre a noi, c’erano il Foroni, la Gunther, la Centomo, il Chievo Mozzecane, la Sambonifacese… Parliamo di squadre che hanno vinto o bazzicato sempre Serie A e Serie B, spesso grazie a giocatrici che uscivano dal nostro settore giovanile. Il calcio femminile, e questo vale per tutta Italia, va dato in mano a gente competente che conosce problematiche e giocatrici; spesso invece ci si “parcheggia” chi non si sa dove piazzare nel maschile e i risultati li vediamo in Europa, con le squadre italiane che escono al primo turno dalla Champions League mentre una volta Verona, Brescia e Torres bene o male arrivavano quasi sempre almeno ai quarti di finale. Possibile che, ora che ci sono i soldi, al posto di migliorare si peggiori? Aggiungo poi che una volta in via Sogare lo stadio era sempre pieno, oggi invece ad assistere alle partite ci sono sempre meno persone…».

Il fatto che la nuova società sia americana, quindi consapevole delle potenzialità del calcio femminile, e le parole di Zanzi lasciano ben sperare per il futuro?
«Lo spero, anche perché so che in società c’è un profilo femminile come Donata Hopfen che in Germania ha fatto grande esperienza nel mondo del calcio. Se non danno l’input gli americani, l’Hellas non potrà fare un salto in avanti, e questo sarebbe un peccato perché la Verona del calcio femminile merita la Serie A. Serve fare qualcosa, cambiare alla base, altrimenti il destino è segnato: una volta può andare bene, ma alla seconda si retrocede…».

Domanda secca: se gliela offrissero, tornerebbe sulla panchina di questo Verona?
«Se ci fosse una progettualità a breve termine, con l’obiettivo di essere subito promossi per poi cercare di competere ad alti livelli nel giro di un paio d’anni, sì. Ho rifiutato diverse squadre di Serie A, ma per Verona scenderei di categoria perché è nel mio cuore e vedere la squadra in queste condizioni mi rattrista molto. Se però il progetto è ancora quello di continuare a lottare per salvarsi in Serie B, non sono interessato».

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1 mese fa

Le sempre cal El paron

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2 mesi fa

Ma basta con sti americani e tutta una farsa. Il calciomercato lo dimostrera

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