Protagonista dell’ultima salvezza con cinque gol in diciassette presenze, Tijjani Noslin ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi de La Gazzetta dello Sport. L’attaccante gialloblù ha parlato dei suoi primi momenti a Verona, di Marco Baroni e di tanto altro ancora.

Di seguito, quindi, le sue principali dichiarazioni.

LA STAGIONE. «Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. Sono molto felice per me e per il Verona che, quest’anno, ha vissuto una stagione particolare. Proprio il giorno in cui sono arrivato se ne andavano in quattro e la prima cosa che ho saputo è che avremmo perso diversi titolari. C’era un’aria strana, ma tutti abbiamo fatto quadrato e gettato in campo solo emozioni positive. Il resto l’hanno fatto i nostri fantastici tifosi: ci hanno sempre sostenuto, anche nelle trasferte più lunghe. Con queste cose si va lontano, e noi lo abbiamo dimostrato».

IL MISTER. «Dal primo momento in cui sono arrivato, ho capito che con Baroni  avrei lavorato molto bene. Mi ha aiutato tanto ad ambientarmi. Come ho detto altre volte, non mi aspettavo di partire subito titolare, anche se ho sempre lottato per farlo. Il mister ha creduto in me. Gli auguro ovunque andrà di fare una stagione altrettanto soddisfacente come quella appena finita a Verona».

L’HELLAS. «Al Verona ho avvertito uno spirito diverso fin da quando ho firmato. I giocatori, i tifosi, lo staff… tutto di questo club ti fa subito rendere conto di essere entrato a far parte di qualcosa di veramente speciale».

LA POSIZIONE. «Quando avevo dodici o tredici anni ero un centravanti, poi a causa della mia statura (179 centimetri, ndr) mi hanno spostato sulla fascia. Baroni però mi ha subito messo là davanti e ha risvegliato in me il mio primo istinto, anche se spesso mi spostava anche nel corso della stessa partita. Ha capito tutto…».

LA NAZIONALE. «Un po’ speravo nella convocazione in Nazionale. Rimane comunque il mio obiettivo per la prossima stagione. Continuerò a lottare per raggiungere la maglia oranje».