
Ha parlato in esclusiva per noi l’attaccante del Verona che è rimasto nel cuore di tutta la città
Gianfranco Zigoni, uomo, mito e leggenda dell’Hellas, è stato raggiunto in esclusiva dai microfoni di CalcioHellas. Da doppio ex, tra aneddoti e ricordi, Zigogol ha voluto tranquillizzare il Verona prima della gara contro la Juventus.
Di seguito, dunque, la nostra intervista integrale al Killer di Oderzo.
Juventus. Cosa ti viene in mente?
«Mi ricordo il mio esordio in Serie A, avevo diciassette anni ed ero affianco al più grande giocatore di tutti i tempi, Omar Sivori. Ho trascorso sette anni bellissimi, ho vinto uno scudetto e grazie alla Juventus nel 1967 sono stato convocato per la prima volta in Nazionale. È stata una bella vetrina».
Hai vissuto una retrocessione con il Verona, quella famosa nel 1974. Cos’hai provato?
«Sul campo non sono mai retrocesso. Quella volta andammo in Serie B per la telefonata di Garonzi a Clerici, la sentenza arrivò in estate mentre noi giocatori eravamo al mare con la famiglia. Non so descrivere la rabbia che provai. Rifiutai l’Inter per riportare il Verona in Serie A, persi un sacco di soldi, ma la ferita era troppo grande per andare via».
Stai seguendo il Verona?
«Seguo solo Verona e Roma. Per quanto riguarda l’Hellas, seguo anche le trasmissioni delle TV locali durante settimana. Voglio dire ai tifosi che la retrocessione non è la morte, tutto si aggiusta. Nella vita le cose gravi sono altre e nulla è perduto».
Come affronteresti la partita di sabato dal punto di vista tattico?
«Giocare a viso aperto è una cazzata! Io farei stare la squadra chiusa nel primo tempo per provare qualche assalto, rischiando un po’ nella ripresa».
Invece dal punto di vista mentale?
«I ragazzi devono essere arrabbiati, avere la stessa grinta che ho avuto io nel ‘74. Devono essere consapevoli che non sono dei “leoni”, ma degli uomini esattamente uguali agli altri undici avversari. In questi momenti non si può avere paura di nessuno. Con la Juve nel 1963 giocai contro il più grande stopper di sempre, Josè Santamarìa del Real Madrid, ma non mi lasciai intimorire, ci misi il doppio della grinta e riuscii perfino a segnare. Solo così si può vincere».
