Il brasiliano riabbraccia il rivale-amico Maradona. Un dualismo che ha diviso due epoche diverse, ma che ha unito i cultori di questo sport
Edson Arantes do Nascimento era un nome troppo lungo per fare la storia. Ne serviva uno più corto, uno che potessero ricordare tutti, per sempre: Pelè.
Nato a Tres Coraçoes il 23 ottobre 1940, dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Settanta Pelè ha letteralmente scritto la storia del calcio: per la FIFA, il CIO e l’IFFHS, il campione brasiliano è stato il calciatore del XX secolo.
La sua carriera, quasi tutta trascorsa con il Santos (dal 1957 al 1974), l’ha anche portato negli Stati Uniti, al New York Cosmos, prima di chiudere definitivamente col calcio giocato. La FIFA gli ha riconosciuto il record di 1281 reti in 1363 partite, mentre in gare ufficiali il dato è di 757 reti in 816 incontri. In bacheca ha potuto fregiarsi di trentadue titoli con la maglia di club, ai quali si aggiungono anche i tre Mondiali vinti con il Brasile (1958, 1962 e 1970).
Dopo il ritiro Pelè ha ricoperto diversi incarichi, tra cui quello di ambasciatore dell’ONU per l’ecologia e l’ambiente, Goodwill Ambassador dell’UNESCO, ministro straordinario per lo sport del governo Cardoso e ambasciatore del calcio per la FIFA.
Con l’avvento di Maradona, per anni è inoltre andata avanti una sorta di sfida a distanza su chi fosse il più grande di tutti. Tante le frecciate tra i due, ma anche tanta stima reciproca.
A cura di Andrea Dessì