L’ex centrocampista ha parlato a L’Arena in vista del match in programma lunedì al Bentegodi

Veronese di nascita, genovese di adozione: tra i tanti doppi ex della sfida in programma lunedì al Bentegodi c’è anche Mario Bortolazzi, classe ’65 cresciuto nella Tebaldi, approdato all’Hellas per la stagione 88/89 e colonna del Genoa anni Novanta.

Raggiunto dai colleghi de L’Arena proprio in vista dello scontro tra gli uomini di Tudor e quelli di Blessin, lo storico collaboratore di Donadoni ha dunque presentato la gara, toccando inoltre l’argomento Nazionale e rivivendo un po’ i vecchi tempi.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

LA NAZIONALE. «Gli errori fanno parte dello sport: i motivi del flop della Nazionale sono tanti, ma alla fine se Jorginho avesse segnato uno di quei due rigori le cose sarebbero andate diversamente. Mancini? Non si può buttare via il grande lavoro che ha fatto, le componenti da cambiare sono altre…».

VECCHI RICORDI. «Il “mio” Verona non era male, però non riuscimmo ma a spiccare il volo. Pagammo l’infortunio di Caniggia e un paio di partite casalinghe andate male. Bagnoli? Lo ricordo quando al Genoa attaccò i tifosi che mi avevano fischiato per tutta la partita perché avevo sbagliato un rigore. La sua grandezza era questa, parlava poco ma quando lo faceva era tagliente. Come allenatore, poi, era avanti!».

L’HELLAS DI OGGI. «Il Verona ha un gioco “europeo” e i tre davanti sono uno spettacolo: Barak fornisce fisicità e qualità e Caprari tecnica e imprevedibilità, Simeone invece è un grande attaccante. Anche Tameze mi piace moltissimo e penso che Tudor sia stato davvero bravo. Questa squadra ha un grande pregio che però si può trasformare anche in difetto: i gialloblù fanno tutto con grande rapidità e aggressività, ma ciò vuol dire che quando non vanno al massimo diventano vulnerabili».

IL PROSSIMO AVVERSARIO. «Blessin ha riportato entusiasmo al Genoa e ora tutti credono alla salvezza. La squadra ora è molto quadrata: segna con il contagocce, ma incassa poco ed è tornata in carreggiata. Presentarsi in un Bentegodi con la Curva Sud vuota, poi, è un bel vantaggio per i rossoblù».