Le gialloblù, praticamente mai in corsa per la salvezza, salutano la Serie A con cinque giornate d’anticipo e numeri impietosi
La fine di un’agonia: potremmo definire così il k.o. delle Women arrivato ieri a Firenze. Nonostante ci siano ancora cinque giornate da disputare, il 6-0 delle padrone di casa ha infatti condannato le gialloblù alla matematica retrocessione, la prima della gestione Setti.
Dopo la bella salvezza del primo anno (sancita dall’eurogol di Pasini nel derby contro il Chievo), il salvifico algoritmo della stagione 2019/2020 e il tranquillo campionato della scorsa stagione, il Verona scende dunque in Serie B al termine di un campionato cominciato in salita e di fatto conclusosi, purtroppo, con ampio anticipo.
Nessuna partita vinta, un punto in classifica, peggior attacco e peggior difesa del torneo (sei gol fatti e cinquantadue subiti) e un cambio in panchina per provare a dare una scossa che però non è arrivata: questi i dati di diciassette giornate culminate, appunto, in una retrocessione che brucia soprattutto per il modo in cui è arrivata.
E ora? Adesso l’importante è pensare alle prossime cinque partite per cercare quantomeno di salvare la faccia e trovare magari un successo che eviti l’umiliazione di un addio alla categoria senza vittoria. In estate, poi, si cercherà di ripartire dalla cadetteria con l’obiettivo di tornare subito sul palco che una città come Verona, colonna portante della storia del calcio femminile italiano, si merita senza “se” e senza “ma”.