L’ex centrocampista bianconero, raggiunto dai microfoni de L’Arena, ha voluto avvertire la Vecchia Signora in vista del match di sabato
Juve, attenta: l’Hellas gioca a calcio! È questo l’avvertimento che Marco Tardelli, attraverso le pagine de L’Arena, ha voluto dare alla Vecchia Signora in vista del match in programma sabato al Bentegodi.
L’attuale commentatore de La Domenica Sportiva ha infatti parlato ai collegi elogiando la squadra di Juric e i suoi giocatori, tuffandosi poi nel passato e parlando un po’del buon Gianfranco Zigoni.
Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni rilasciate da Schizzo.
«Avevano appena liberato il presidente Garonzi dalla prigionia, purtroppo per il Verona segnai un gran gol e col Como vincemmo. Non riuscirono a festeggiare come avrebbero voluto i gialloblù». Parole in libertà a metà pomeriggio per Marco Tardelli, uno dei centrocampisti italiani più forti di tutti i tempi. Allenatore dalle alterne fortune, anche dell’Inter, oltre che dell’Under e vice di Trapattoni con l’Italia. Da tempo l’ex centrocampista bianconero è apprezzato commentatore della Domenica Sportiva.
UNA SQUADRA CHE GIOCA. «Seguo il Verona con molta simpatia perché è una squadra che gioca a calcio. L’Hellas ha qualità, organizzazione e aggressività, e i suoi giocatori sono bravi e sanno sempre cosa fare. Sabato la Juventus dovrà stare molto attenta, perché i gialloblù le terranno testa: sabato sarà una bella partita, anche se purtroppo senza pubblico».
I SINGOLI. «Zaccagni ha forza e qualità, inoltre ha seguito un percorso di crescita importante. Se continua così potrebbe anche affermarsi in Nazionale. Di Ilic sento dire che sia un predestinato, ma bisogna andarci piano: finora ha dimostrato maturità, ma il suo ruolo è molto difficile. Lasagna? È stato sfortunato, soprattutto in occasione del palo, quindi non gli darei addosso. È un buon attaccante e soprattutto adatto al gioco di Juric».
RICORDI. «Contro il Verona al Bentegodi ho vinto e perso: partite memorabili con l’Hellas di Bagnoli e di Valcareggi. Zigoni era forte e di una simpatia contagiosa, il calcio avrebbe bisogno di personaggi così. Quando era in giornata era dura fermarlo, inoltre aveva sempre la battuta pronta. Il suo nome a volte salta fuori. Di Gennaro? In campo era bravissimo e ora lo è come commentatore».