L’attaccante gialloblù domani sarà premiata a Torino insieme a Erving Halland, Ansu Fati e Sandro Tonali

Oggi è stata protagonista sul campo di Napoli, domani lo sarà sulla passerella di Torino per ritirare il premio riservato alla Golden Girl 2020: quello di Asia Bragonzi è senz’altro un momento magico.

In vista della consegna del premio, l’attaccante gialloblù è quindi stata raggiunta dai colleghi di Tuttosport, con i quali ha scambiato due chiacchiere toccando svariati argomenti.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

GLI INIZI. «I miei genitori inizialmente non volevano che giocassi a calcio, anche perché non sono molto appassionati di questo sport, ma un giorno dissi che non sarei più andata a scuola se non me l’avessero fatto fare. Ora sono i miei primi tifosi. I primi calci? Ho cominciato in provincia di Cremona, poi sono passata nelle giovanili dell’Inter e poi alla Juventus, dove sono passata da essere attaccante esterno a punta centrale. E dire che all’inizio era un difensore…».

GOLDEN GIRL. «Quando ho saputo di essere stata eletta Golden Girl ho provato una grande gioia ma anche un po’ di incredulità. Ci ho messo un po’ per capire che quel premio fosse davvero mio».

L’HELLAS. «A Verona ho trovato un ambiente accogliente e stimolante e una società che punta molto sulle giovani. Devo anche ringraziare mister Pachera perché ha subito creduto in me. Credo sia la squadra giusta per me in questo momento».

L’OBIETTIVO. «Quello di quest’anno è un campionato avvincente, non ci sono “squadre materasso”. Io credo comunque che il nostro gruppo possa puntare anche a qualcosa in più rispetto alla salvezza, il nostro obiettivo primario».

PUNTI FORTI E PUNTI DEBOLI. «Credo che il mio punto forte sia il gioco aereo, ogni tanto mi piace anche provare qualche soluzione acrobatica. Penso anche di avere un buon fiuto del gol. Devo però migliorare con il piede debole e nella protezione della palla».

SOGNI NEL CASSETTO. «Spero un futuro di poter vincere la Champions League. Dove vorrei segnare? Se mi è concesso puntare in alto, direi al Bernabeu…».