Il doppio ex di Verona-Sassuolo, raggiunto dai colleghi de L’Arena, ha parlato di Hellas tra passato e presente
È Gian Marco Remondina il doppio ex scelto da L’Arena per parlare della sfida in programma domenica al Bentegodi (fischio d’inizio fissato per le ore 15).
Senza dunque perdere tempo, andiamo subito a vedere le sue principali dichiarazioni.
IL VERONA DI REMONDINA. «Il mio Hellas giocava un bel calcio basato sulla pressione, però alla fine campionato 2009/2010 dilapidammo il vantaggio accumulato. Credo sia stata anche colpa mia, ma fu un calo più mentale che fisico. Ricordo però un rigore non dato a Ciotola durante la partita contro il Portogruaro: lo videro 25.000 persone, ma non l’arbitro Massa…».
I DUE TECNICI. «Juric e De Zerbi sono allenatori unici con concetti di calcio diversi: nonostante le filosofie opposte, sono però bravi entrambi. Il Sassuolo fa del giro-palla, soprattutto in fase offensiva, la propria forza, mentre l’Hellas punta su uno-contro-uno, aggressività e organizzazione difensiva».
DIFFERENZE… FINANZIARIE. «Il Sassuolo, a differenza del Verona, ha la forza economica per trattenere i propri giocatori anche di fronte a offerte importanti, cosa che invece l’Hellas ancora non ha. Analizzando questo aspetto, Juric è un fenomeno: pur avendo perso cinque o sei titolari dell’anno scorso, sta infatti ottenendo gli stessi risultati. Bella anche la sintonia con D’Amico, uno molto bravo nel trovare i giocatori giusti».
IL GIOIELLO. «Mi piacerebbe molto poter allenare Zaccagni: è un giocatore duttile ed eclettico. La convocazione in Nazionale è il segnale della sua grande crescita».