Il portierone gialloblù, raggiunto dai microfoni di Sky Sport, si è raccontato un po’ tra passato e presente

Un portiere che para, mentre con i piedi… meglio prendersi meno rischi possibile! Questo il riassunto della “descrizione” che Marco Silvestri ha fatto di sé stesso ai microfoni di Sky Sport.

Di seguito, infatti, le principali dichiarazioni del numero 1 gialloblù.

L’INIZIO DI STAGIONE. «Subiamo pochi gol, ma per un portiere è più facile mantenere la porta inviolata quando i compagni lo aiutano come succede da noi. Il rigore di Ibra? Lui non mi guardava ed era molto concentrato, così mi è venuto istintivo provare a destabilizzarlo…».

LA CARRIERA. «La mia carriera è stata un po’ particolare: sono andato in Inghilterra quando ero molto giovane e quando sono tornato ho fatto il secondo. Quando siamo ripartiti dalla B e siamo venuti su ho invece trovato continuità. Non so se ho fatto bene ad andare all’estero, ma forse non ero pronto per la Serie A».

IL PUNTO DI FORZA. «Credo di essere un portiere che para, mentre con i piedi cerco di non inventarmi nulla, faccio il mio senza rischiare nulla: il mister ci dice che non possiamo permettercelo perché per noi, al contrario che per squadre come Inter o Juventus, sarebbe poi difficile recuperare un gol regalato. Con il mio preparatore Cataldi comunque lavoriamo molto su tutto e in modo maniacale».

CAMPIONE DENTRO E FUORI DAL CAMPO. «L’anno scorso sono stato premiato con il “Sante Begali”, un riconoscimento che va al giocatore dell’Hellas più corretto, e questo ovviamente mi fa molto piacere. Sono contento che questa città mi apprezzi sia per quello che faccio in campo che per quello che faccio al di fuori di esso».