La giovane attaccante gialloblù, intervistata da Calcio in Rosa, ha raccontato il suo amore per “lo sport più bello del mondo”
Unione, passione, lo sport più bello del mondo: Eleonora Franco, attaccante dell’Hellas Verona Women, definisce così il calcio, sport a cui è approdata sin dalla giovanissima età.
Raggiunta dai colleghi di Calcio in Rosa, la classe 2001 ha infatti parlato del proprio rapporto con il pallone, ma ha anche toccato molti altri argomenti come la stagione appena conclusasi o i suoi “due esordi” in prima squadra.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
I PRIMI CALCI. «Mi piace sempre raccontare come ho iniziato a giocare, perché è come raccontare la storia di una passione. Ho iniziato a giocare quando avevo 5 anni nella squadra del Saval, il mio quartiere. Mio nonno mi ha aiutata molto: spesso andavo con lui, i miei fratelli e mia cugina nel campetto vicino a casa per sfidarci. Siamo cresciuti tutti insieme con lo stesso amore per il calcio!».
I “DUE ESORDI”. «Il mio esordio assoluto è arrivato quando non avevo ancora 15 anni ed è stato un sogno. Ero una bambina in mezzo a giocatrici molto più esperte, ma diedi il massimo e le mie compagne di squadra apprezzarono. Anche il mio “secondo esordio” (arrivato quest’anno nel match contro la Juve, ndr) è stato importante. Una grande soddisfazione, non smetterò mai di ringraziare mister Pachera».
PRIMA SQUADRA… «Non posso dire molto sulla stagione della prima squadra, in quanto vi ho preso parte solo dall’arrivo di mister Pachera. Ciò che posso dire è che ho trovato un gruppo compatto e che le ragazze, se non fossero state interrotte, nelle partite mancanti avrebbero potuto togliersi qualche soddisfazione».
… E PRIMAVERA. «C’è molto rammarico per non aver concluso la stagione della Primavera: quest’anno c’era davvero un grande gruppo, quasi una famiglia, e sul campo eravamo dietro solamente a Juventus e Inter. Per noi è un orgoglio come singole giocatrici, come squadra e come Società».
IL CALCIO. «Ognuno dà un proprio significato al calcio: per me il calcio è unione, senza distinzioni di alcun tipo. Io ho sempre giocato ovunque e con chiunque. È una passione, inoltre secondo me è lo sport più bello del mondo!».