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Guidolin: “Verona unica rivelazione della A. Allenarlo sarebbe la chiusura di un cerchio”

Le dichiarazioni dell’ex allenatore tra le altre di Udinese e Palermo sulla ripresa del campionato e sulla sua esperienza in gialloblù

L’ex Hellas Verona, Francesco Guidolin, ha parlato a L’Arena della sua esperienza gialloblù e della ripresa del campionato:

“Per me arrivare all’Hellas fu come ritrovarmi a New York. Avevo bisogno di qualcuno di riferimento. Fra questi Tavellin e poi i compagni più grandi da Zigoni, Mascetti, Maddè, Mazzanti ma in nove stagioni contando prestiti e soddisfazioni in gialloblù e lontano da Verona, ho conosciuto anche i ragazzi dello scudetto. Tricella, Di Gennaro e Garella”.

PRESENTE. “Adesso faccio il commentatore, ma soprattutto ho tanto tempo libero per la famiglia e la bicicletta. Io e mia moglie, abbiamo una voglia di rivedere il piccolo nipotino Gabriel, che vive a Londra. Settimana prossima saremo da lui”.

HELLAS. “È vero, se penso al Verona, sono felice di quello che ha fatto in questa stagione. In futuro se arrivasse un interessamento dai gialloblù, mi piacerebbe tantissimo. Sarebbe la chiusura di un cerchio di vita e di professione iniziato a Verona nel 1973. E poi quell’applauso…Ultima di campionato nel 2014, Verona-Udinese. Finisce 2 a 2. I gialloblù di Mandorlini avevano fatto una stagione bellissima. Mi attardo a salutare tutti e dagli spalti qualcuno inizia ad applaudirmi. Non penso siano per me, ma la curva e i distinti rispondono al mio saluto. Mi emoziono ancora, credetemi”.

PESSINA. “Una cosa è certa, è il giocatore che più mi ha colpito dell’Hellas. È bravo a far tutto. Gioca in mezzo e da mezza punta. Molto bravo”.

SQUADRA RIVELAZIONE. “Senza dubbio. L’ho visto in tv e dal vivo contro la Juve. Ha fatto una partita straordinaria. La classifica attuale è strameritata, davvero complimenti. Adesso sarà importante riaccendere nel modo migliore la spina. Si giocherà col caldo e bisognerà saper affrontare nel modo giusto le variabili di questa inedita appendice di campionato”.

RIPARTIRE IN SICUREZZA.Mi auguro che siano state prese tutte le precauzioni per la salute di tutti. Fermarsi ancora, sarebbe un disastro. Giusto tentare di ripartire come hanno fatto nel resto d’Europa, tranne la Francia, mettendo al primo posto la sicurezza. E poi sarà un torneo pieno di incognite. Non è mai stato disputato un torneo di dodici partite che arriva dopo un lungo stop. Forse è questo l’aspetto più difficile da gestire”.

PREPARAZIONE VELOCE. “Per forza, la preparazione dev’essere veloce. Si giocherà ogni tre giorni e dopo tanto tempo di inattività. Tecnici e staff sono sottoposti a dover risolvere dei problemi mai risolti prima”.

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