Le dichiarazioni del centrocampista ghanese sulla sua esperienza in maglia gialloblù
Agyemang Emmanuel Badu, centrocampista dell’Hellas Verona, ha parlato in una diretta Instagram con il canale mediatico gialloblù. Queste le sue parole:
RITORNO IN CAMPO. “Sto bene, non è facile stare tanto tempo a casa. E’ stata molto dura senza i miei compagni. Ieri è stato bello tornare ad allenarsi in gruppo. Ci siamo divertiti”.
L’ARRIVO A PRIMIERO. “Mi ricordo che lanciai una maglia a un tifoso. I tifosi sono sempre stati importanti, mi hanno mandato tanti messaggi quando mi sono fermato: mi hanno fatto davvero piacere. Ora sto andando molto meglio. Tutti sappiamo che nell’ultimo anno e mezzo non ho giocato tanto e adesso c’è stata anche questa situazione del coronavirus: ora sto lavorando tanto per dare una mano ai miei compagni. Speriamo di non avere nuovi problemi. Prima la vita e poi il resto. L’anno scorso è stata molto dura, ma adesso devo concentrarmi sui mesi che restano. Non ho pensato di smettere, io penso sempre giorno dopo giorno. Sto lavorando per tornare al top”.
RITORNO IN CAMPO A FERRARA. “Devo ringraziare i dottori e i fisioterapisti, oltre all’allenatore. Era durissima per me, ma questo è il mio lavoro: devo sempre farmi trovare pronto per giocare con un allenatore come Juric, che è un grande lavoratore. Ai tifosi devo solo ringraziarli: io ho giocato per 9 anni in nazionale, ma tifosi così non li ho mai visti”.
L’ARRIVO A VERONA. “Quando ho saputo del Verona ero in vacanza in Ghana e ho ricevuto la chiamata del mio procuratore, che mi ha chiesto cosa volessi fare. Io gli ho detto che volevo un cambiamento e lui mi ha detto che c’era il Verona, a quel punto ho detto subito di sì. Samir, Nicolas e il direttore D’Amico me ne hanno parlato bene di questo club”.
LA STAGIONE DEL VERONA. “I segreti di questa stagione sono la sincerità, lavoro dello staff e dell’allenatore, oltre alla fame dei giocatori. Ci sono giocatori esperti come me, Silvestri, Veloso, Lazovic, e altri più giovani come Zaccagni, Adjapong, Amrabat che hanno fame. Ci siamo detti di pensare subito a salvarci perché sennò sarebbe stata dura. Poi abbiamo giocato bene e segnato tanti gol”.
L’ARRIVO IN ITALIA. “Dopo aver vinto il Mondiale U20 del 2009 contro il Brasile, volevo andare al Lione, dove aveva giocato anche il mio idolo Lessiene. Poi il mio agente mi ha chiamato e mi ha parlato di un’offerta dall’Italia: mi ha cercato la Sampdoria e poi l’Udinese, un club in cui avevano giocato tanti connazionali”.
GHANA. “In Ghana il calcio è una religione. Ho giocato 78 partire in nazionale e 5 edizioni della Coppa d’Africa, condividendo lo spogliatoio con grandi giocatori come Asamoah, Muntari e Asamoah Gyan. La nazionale è sempre un obiettivo, ma adesso devo pensare a fare bene con il club”.
CHAMPIONS LEAGUE. “Guidolin mi ha aiutato tanto. In quella stagione con l’Udinese avevamo una grande squadra. Abbiamo avuto la possibilità di giocare contro l’Arsenal, dove perdemmo a Londra 1-0. Con Guidolin ho giocato in Champions e in Europa League, siamo arrivati terzi e quarti in campionato”.
FUTURO. “Voglio aiutare i giovani che giocano in Ghana. Vorrei fare il procuratore o l’allenatore, ma ancora non ci penso. Sono concentrato ad aiutare l’Hellas Verona”.
INIZI. “Mia madre non voleva che giocassi a calcio, voleva che continuassi gli studi. Ibrahim, il mio primo procuratore mi ha aiutato tanto e l’ha convinta dopo svariate volte che è venuto a parlarci. La vittoria del Mondiale U20 mi ha cambiato la vita”.
VERONA. “Non esco tanto e non la conosco tanto questa città. Ogni tanto vengo a fare shopping con i miei amici, ma il centro è davvero molto bello”.
PESO-FORMA. “61 kg. Sono leggero, ma i muscoli ce li ho”.