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Victor Aznar: “Corrent è più di un allenatore. Sono qui per diventare un professionista”

Il portiere della Primavera, durante una lunga chiacchierata Instagram sul profilo ufficiale dell’Hellas, si è raccontato a tutto tondo

Una chiacchierata di circa mezz’ora e in un ottimo italiano, durante la quale Victor Aznar ha avuto modo di farsi conoscere un po’ dai tifosi dell’Hellas: questo è stata l’intervista sul profilo Instagram dell’Hellas Verona a cui nella serata di ieri si è concesso il portiere gialloblù.

Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni rilasciate dal classe 2002 a Hellas Channel.

LA QUARANTENA. «Al momento mi trovo nel convitto in cui vivo con alcuni miei compagni di squadra. Passo le giornate con Ciezkowski, che praticamente vive nella mia stanza, e Lucas. Da quando sono arrivato a Verona ho legato molto con entrambi, siamo buoni amici».

LUCAS. «Sono nato a San Paolo, e il caso ha voluto che per un certo periodo vivessi nello stesso stabile in cui abitava anche Lucas. Ora invece i nostri genitori abitano a dieci minuti gli uni dagli altri, mentre noi abbiamo lo stesso agente».

GLI INIZI. «Ho iniziato a giocare a calcio come esterno sinistro, ma non me la cavavo molto bene e alla fine, all’età di undici o dodici anni, sono finito in porta. La mia caratteristica migliore in porta? Credo l’uno-contro-uno».

L’ARRIVO. «A parlarmi del Verona è stato il mio agente, che me lo ha proposto nell’inverno 2018: ovviamente ho subito accettato di venire, ho preso l’aereo dopo dodici ore di volo ero qui: ci sono volute un paio di settimane di prova, ma alla fine sono entrato in squadra. L’italiano? Già dopo due mesi riuscivo a farmi capire abbastanza bene: è una lingua simile al portoghese, quindi non è stato troppo difficile. Differenze tra l’Italia e il Brasile? Non molte, anche se in Brasile non ho mai visto un centro città affollato come quello di Verona».

LA FAMIGLIA. «All’inizio non è stato facile essere così lontano dalla mia famiglia, ma è una decisione che ho preso e che comunque rende felice sia me che i miei genitori. In questo periodo li sento spesso per videochiamata, il che rende più semplice superare questo momento».

GLI ALLENATORI. «Si vede che “Bicio” Paese (il preparatore dei portieri della Primavera, ndr) ha lavorato con grandissimi giocatori come per esempio Buffon: quando lavora con noi lo fa sempre in modo importante. Con Cataldi (il preparatore dei portieri della prima squadra, ndr) si lavora duro, ma già solo guardandolo allenare Silvestri, Radunovic e Berardi si impara qualcosa. Corrent? È il primo allenatore che ho avuto a essere più di un allenatore: è sempre disponibile a parlare, è praticamente un amico!».

LA STAGIONE. «Quest’anno ho giocato nove partite: ovviamente quella di cui sono più orgoglioso è la semifinale di ritorno con la Roma. Se proprio non dovessimo riuscire a chiudere il campionato, speriamo quantomeno di giocare la finale, perché abbiamo lavorato duro per arrivarci!».

L’IDOLO. «Sin da piccolo il mio idolo è stato Buffon: lo seguivo già in Brasile, la sua carriera è eccezionale. Ora però mi piace molto anche Ter Stegen. Silvestri? Mi piace molto: è bravo nell’uno-contro-uno, inoltre è molto calmo, una qualità importantissima per un portiere. Tra i giocatori di movimento dell’Hellas mi piace invece Veloso».

IL BENTEGODI. «Ho già visto molte partite del Verona: la prima è stata quella contro il Foggia, l’anno scorso. Le più belle sono state quella contro il Cittadella, culminata nella promozione, e quella contro la Juventus: in entrambe le occasioni ho visto un Bentegodi pienissimo! La migliore in assoluto: dico la finale-promozione, perché attorno a me c’era davvero tanta felicità!».

L’OBIETTIVO. «Sono arrivato a Verona per diventare un professionista e arrivare in prima squadra il prima possibile. Credo che allenarmi già con “i grandi” mi aiuterà molto in tal senso».

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