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Pulzetti: “Retrocedemmo tra gli applausi di 30000 persone. Verona è nel mio cuore”

L’ex centrocampista gialloblù, raggiunto dai colleghi di Telearena, ricorda bene lo spareggio con lo Spezia

Una grandissima delusione, ma anche un’emozione indimenticabile: questo è stata la retrocessione del 2007 per Nico Pulzetti.

L’ex centrocampista gialloblù, ospite dei colleghi di Telearena, ha infatti ricordato la sua esperienza scaligera, quel maledetto spareggio perso contro lo Spezia e gli scroscianti applausi del popolo gialloblù arrivati nonostante la Serie C.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

LA QUARANTENA. «In questo momento sono a casa ed esco solo per le commissioni, come penso la maggior parte delle persone nel mondo. Cerco di vivere la situazione in maniera serena: stare sempre in casa con queste belle giornate è brutto, ma bisogna rispettare le regole se si vuole uscirne il prima possibile».

VERONA. «Ricordo Verona con tanto affetto, sono stati due anni di grande crescita e che per me hanno rappresentato un trampolino di lancio. Arrivavo dalla C2, quindi feci il doppio salto in Serie B e non sapevo come sarebbe andata: alla fine durante la prima stagione giocai una trentina di partite. La stagione successiva partimmo male, e nonostante il grande exploit del girone di ritorno andammo ai play-out. Dopo aver battuto il Bari credevo che saremmo riusciti a salvarci senza arrivare agli spareggi, ma in quel pomeriggio i risultati dagli altri campi non furono favorevoli…».

I PLAY-OUT. «Al Picco andammo in vantaggio, poi ci fu un’azione che i veronesi ricorderanno benissimo e in cui buttammo via un gol fatto che ci avrebbe portati avanti di due gol. Se parlo di Cutolo? Sì, ma non volevo fare nomi… Comunque, dopo quella rete mancata ne subimmo due, e poi lo Spezia al ritorno mise il classico pullman davanti alla porta e non non riuscimmo a rimontare».

I TIFOSI GIALLOBLÙ. «Quella retrocessione fu una delusione grandissima, ma nonostante questo devo ringraziare il popolo gialloblù: eravamo in Serie C, ma uscimmo dallo stadio tra gli applausi di 30.000 persone. Avevo 21 anni, e questa cosa mi colpì davvero nel profondo: è un ricordo che mi porterò dentro per sempre!».

UN RITORNO? MAGARI! «A Verona sono stato benissimo: in carriera ho girato tante belle città, ma Verona mi è davvero rimasta nel cuore. Mi piacerebbe tanto tornarci, anche se non so in che vesti: sono più un uomo di campo che da scrivania, quindi credo per esempio un ruolo da allenatore o da vice in una formazione giovanile sarebbe il top!».

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