Il centrocampista gialloblù, raggiunto dai microfoni della BBC, ha parlato dei suoi ultimi difficilissimi mesi
La microembolia, il Coronavirus e l’omicidio della sorella: gli ultimi mesi sono stati decisamente duri per Emmanuel Badu, colpito da una serie di tragedie che si sono susseguite una dietro l’altra.
A raccontare la propria difficile esperienza è stato lo stesso calciatore gialloblù: di seguito, infatti, le principali dichiarazioni rilasciate dal centrocampista alla BBC.
UN PERIODO DIFFICILE. «Il 2019 e il 2020 sono stati gli anni più duri della mia vita: sono quasi morto, ho avuto molti infortuni, sono stato rinchiuso in stanza per 34 giorni, ho perso mia sorella in un modo veramente doloroso e non ho neanche potuto andare a vedere cosa fosse successo. Per me e la mia famiglia è tutto molto difficile, anche perché l’assassino di mia sorella è ancora in fuga: le indagini infatti procedono a rilento a causa del virus».
LA QUARANTENA. «Vivo qui a Verona da solo, la mia compagna e mio figlio non sono con me. Devo ringraziare la mia famiglia, i miei amici, il mio agente, ma anche mister Juric, il presidente Setti e il team manager Mazzola per avermi fatto sentire la loro vicinanza: senza di loro sarebbe stato un disastro. Ora devo solo essere forte, prendermi cura di me stesso e convivere con questa situazione, perché al momento non posso farci niente…».
CUORE D’ORO. «La gente in questo momento sta soffrendo, quindi ho pensato di aiutare. Ho comprato guanti, mascherine e igienizzanti per un ospedale a Kumasi, ma anche per gli ospedali, la polizia e la comunità musulmana di Berekum (ve ne avevamo parlato QUI) e per la polizia e gli ospedali del villaggio in cui sono nato. La prevenzione è il miglior metodo per contenere questo virus, quindi ho voluto regalare loro queste cose per tenerli al sicuro».
LA STAGIONE. «È stata un’annata davvero frustrante: da agosto a dicembre non ho fatto nulla, poi quando ho ricominciato a tornare in campo è arrivato il virus. Ci sono molte voci riguardanti una possibile ripresa della stagione, ma non sappiamo nulla. Al momento possiamo solo allenarci a casa e pensare a superare questo virus. Quando tutto questo sarà alle spalle, potremo parlare di un ritorno in campo».
Caro Badu, noi siamo veronesi. Siamo quelli che i giornali indicano da 50 anni come barbari, violenti e razzisti e che odiano i meridionali e i neri. Da veronese hai tutto il mio affetto e la mia stima e ti auguro che la tua salute vada sempre meglio e che si risolva anche il problema di tua sorella con l’arresto del colpevole e la sua condanna. Noi gialloblù siamo tutti con te come lo saremmo stati per molti nostri idoli venuti dal sud come Mimmo Maietta e Nanu Galderisi. Ti aspettiamo.