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Di Carmine: “Mi sento un leone in gabbia, ma è giusto così”

Il numero 10 gialloblù si è concesso alle domande dei tifosi gialloblù grazie a una dirette su Instagram

Si è da poco conclusa la lunghissima diretta Instagram con la quale Samuel Di Carmine si è concesso alle domande dei suoi tifosi.

Andiamo quindi a vedere la prima parte delle principali dichiarazioni dell’attaccante gialloblù: in questa prima metà abbiamo raccolto tutte le risposte “generiche, ossia quelle che non riguardano strettamente la sua esperienza all’Hellas.

LA QUARANTENA. «Io e la mia famiglia stiamo bene: ovviamente chiusi in casa non possiamo fare molto, però tra allenamenti e giochi con i bambini faccio passare il tempo. Speriamo di riuscire a sconfiggere questo virus il più presto possibile».

NOSTALGIA. «Mi mancano tanto il campo e i miei compagni di squadra: anche solo fare allenamento è una valvola di sfogo, mentre ora siamo leoni chiusi in gabbia, anche se è giusto così».

CARATTERE DEBOLE? NO. «L’anno scorso ho sentito molte volte dire che avessi un carattere debole, ma non è assolutamente così, anzi: proprio il mio carattere troppo forte a volte mi ha frenato nel mondo del calcio. In carriera ho mangiato tantissimo fango, ma mi sono sempre rialzato, e questo non è tipico di un carattere debole».

LA FIORENTINA. «Alla Fiorentina ho vissuto un periodo un po’ particolare: ero il classico “diamante grezzo” delle giovanili, ma all’epoca in prima squadra c’erano troppi grandi attaccanti per trovare spazio. Tuttavia quando mi hanno lasciato partire sono rimasto molto deluso, perché avrei tanto voluto giocare con la maglia numero 9 che fu di Batistuta, in assoluto il mio più grande idolo. Segnare il mio primo gol in Serie A proprio contro la Viola, in tal senso, è anche stata un po’ una rivincita. Rete nata da una grande azione? Il capolavoro l’ha fatto Verre, per me è stato tutto abbastanza semplice».

IL PERUGIA. «Perugia era diventata una seconda casa, raccontare un solo episodio sarebbe riduttivo perché tutto ciò che ho vissuto lì è stato bello. Non so se la gente ci ha fatto caso, ma il Perugia è stata l’unica squadra contro cui non ho esultato segnando da ex. Quella in Umbria è stata una fase fondamentale della mia crescita».

I GOL. «Credo che, oltre al gol di tacco contro il Cittadella e quello contro la Fiorentina, la mia rete più bella sia quella segnata in Coppa UEFA con la maglia della Viola (8 novembre 2007, gol del definitivo 6-1 contro l’Elfsborg, ndr): ho dovuto riguardarmelo il giorno dopo per realizzare di aver segnato. Anche la doppietta all’Atalanta di quest’anno mi rende molto orgoglioso».

IL RUOLO. «A me piace essere il punto di riferimento offensivo: faccio fatica a fare la seconda punta, preferisco finalizzare l’azione».

GLI AVVERSARI. «I difensori più forti incontrati in carriera? In Serie B, Maietta: intelligente, forte, bravo a staccarsi. Veramente forte. In Serie A ho giocato poco, ma dico Bonucci, anche se credo che contro Chiellini sarebbe stato molto dura».

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