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Di Gennaro: “Tutto andava fermato prima. E sul campionato…”

di gennaro

In una lunga intervista concessa a L’Arena, il campione d’Italia 84/85 ha detto la sua sulla situazione Coronavirus

Mentre il mondo del calcio continua a interrogarsi sul “se” ed eventualmente sul “quando” il campionato di Serie A riprenderà, i colleghi de L’Arena hanno provato a chiederlo ad Antonio Di Gennaro.

Chiamato in causa, il campione d’Italia 84/85 ha dunque detto la sua, cercando anche di mettere in luce il fatto che questo stop forzato potrebbe costituire un’occasione di rinnovamento per il mondo “pallonaro”: di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni.

BARI. «Sto bene, ci difendiamo. Qui a Bari il picco è atteso tra una settimana, ma dovrebbe essere meno violento rispetto a quello del Nord. Il sindaco ha chiuso tutti i parchi giochi perché con i primi caldi la gente trasgrediva un po’, ma ora le strade sono deserte».

LA QUARANTENA E GLI “SCUDETTATI”. «Passo le giornate leggendo, guardando la TV, facendo qualche esercizio e chattando giornalmente con gli ex dello scudetto. Stanno tutti bene, anche se Galderisi (allenatore della Vis Pesaro, ndr) ha avuto un paio di positivi in squadra…».

E IL CAMPIONATO? «L’idea dei vertici del calcio è quella di ripartire il 2 maggio, forse senza pubblico. Bisogna chiudere tutto entro il 30 giugno, perché se si finisse oltre quella data bisognerebbe ridiscutere contratti, assicurazioni e sponsorizzazioni, e tutto diventerebbe ancora più complicato di oggi. Se necessario si giocherà anche ogni tre giorni, concentrando la Coppa Italia in una sorta di Final Four. Si potrebbe giocare fino al 30 giugno e riprendere ai primi di agosto: l’Europeo ormai è andato e va posticipato all’anno prossimo, mentre alla Nations League si può rinunciare. L’importante comunque è trovare una formula che stia bene a tutti».

GLI ALLENAMENTI. «Ho letto che alcune società, soprattutto in Serie B, hanno storto il naso davanti all’idea degli allenamenti a casa, ma non si scherza con la vita. Se virologi, immunologi ed esperti hanno detto di chiudere tutto, si chiude tutto e ci si allena a casa».

CAMBIAMENTI. «Questa potrebbe essere l’occasione per cambiare mentalità: si potrebbe per esempio iniziare sempre ai primi di agosto, lasciando più date libere a Natale. Credo che la gente preferisca andare allo stadio con il caldo…».

L’HELLAS. «Credo che tutte le ultime partite, non solo quella dell’Hellas, siano state falsate dal pericolo contagio. Non ho visto la solita cattiveria, l’attenzione e la voglia di giocare: il Verona si è adeguato, ma bisognava fermare tutto almeno una settimana prima. Noi sappiamo cosa significa giocare a porte chiuse, e senza il pubblico non è calcio».

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