Il tecnico gialloblù ha analizzato la sconfitta patita sul campo della Sampdoria ai microfoni di Hellas Channel
Una sconfitta che lascia parecchio rammarico, ma per la quale Ivan Juric non cerca scuse di sorta: questo quanto emerge dalle dichiarazioni post-partita rilasciate dal tecnico a Hellas Channel.
Di seguito infatti le sue parole.
LA SCONFITTA. «Questa è una partita che ci lascia con tanti rimpianti, ma è solo colpa nostra: dopo essere andati in vantaggio e aver dominato la gara non siamo riusciti a concretizzare i buoni contropiedi avuti nel secondo tempo, regalando poi un gol e un rigore che si può dare come no. La sconfitta brucia in primis perché già il pareggio ci sarebbe stato stretto e poi perché abbiamo fatto bene per gran parte della gara, sbagliando solo in un paio di episodi. Un calo nel secondo tempo? Non sono d’accordo, perché la squadra aveva forza nella gambe. È solamente stata una partita diversa dal solito: loro ci hanno schiacciati con i lanci lunghi, ma non hanno praticamente mai tirato in porta. Chiaro che visto il risultato la Samp nel secondo tempo abbia iniziato a spingere, ma ci ha anche concesso spazi che noi, come detto, non siamo riusciti a sfruttare»
LE ASSENZE. «È normale che le assenze pesino, soprattutto perché limitano le scelte quando si tratta di fare dei cambi. Detto questo, sono contento per l’atteggiamento che abbiamo avuto all’ingresso in campo: anche chi finora ha giocato meno, come Adjapong, mi ha infatti dato risposte positive».
LE PORTE CHIUSE. «Noi ci adattiamo alle decisioni, però credo che nella gestione di questa situazione ci sia grande incoerenza, a cominciare da quanto successo a Parma-SPAL (rinviata di oltre un’ora quando mancavano pochi minuti al fischio d’inizio, ndr): non si capisce se contino di più i soldi o la salute. Allo stesso modo non ha senso che non ci si possa salutare nel pre-partita ma poi, una volta in campo, i giocatori possano abbracciarsi, marcarsi e così via… Non penso comunque che questa situazione abbia influito sulla partita dei ragazzi, quindi non cerco scuse in tal senso».
