L’ex attaccante nonché doppio ex dell’incontro in programma domenica si è raccontato a La Gazzetta dello Sport tra calcio e… pittura
Leggenda del calcio italiano, ma anche… pittore: non si può dire che Gianni Bui, uno dei giocatori più significativi dell’Hellas anni Settanta, non sia un un personaggio dai mille talenti.
Oltre a questo, però, l’attaccante del Verona di Liedholm è anche un doppio ex della sfida in programma domenica, quando ad affrontare gli uomini di Juric arriverà il Torino: ecco dunque perché i colleghi de La Gazzetta dello Sport lo hanno raggiunto, scambiando con lui due chiacchiere sul passato e sul presente, ma anche sulla sua passione per i dipinti.
Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni rilasciate alla Rosea dall’ex giocatore e allenatore emiliano.
LA PITTURA. «La passione per la pittura mi è venuta proprio mentre giocavo nel Verona. Nils Liedholm era incuriosito da quel mio interesse, e mi raccontava di pittori, di arte. Dipingo in acrilico, ho iniziato con il figurativismo e poi sono passato all’astratto. I miei quadri sono anche stati esposti in alcune mostre».
IL VERONA DI BUI. «Da quando sono in pensione seguo meno il calcio, ma se si parla di Verona e Torino provo sempre un tuffo al cuore. Cosa ricordo dell’Hellas? La promozione del 1968 e le salvezze conquistate con il gioco e l’entusiasmo della tifoserie e della città».
HELLAS-TORINO OGGI. «Del Verona di Juric dicono un gran bene, è una squadra che piace perché gioca bene e in campo dà tutto, come piace ai tifosi gialloblù. Il Torino invece si è rimesso in moto dopo un periodo così così. Credo che se la giocheranno alla pari: il mio cuore sarà al Bentegodi».