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Amrabat a L’Arena: “Il feeling con i tifosi? È nato spontaneo sin da subito”

Il centrocampista, idolo indiscusso della tifoseria gialloblù, ha concesso una lunga intervista ai colleghi del quotidiano scaligero

Il suo primato nella classifica del Cuore Gialloblù lo certifica: Sofyan Amrabat ha già conquistato l’ambiente Hellas, e non poteva essere diversamente.

Il classe ’96, autore fin qui di prove di assoluta qualità e quantità, è l’incarnazione del giocatore che piace ad allenatori e tifosi, mettendo in campo corsa, grinta e anche una buona dose di tecnica.

Proprio per questo i colleghi de L’Arena hanno deciso di raggiungerlo e scambiare con lui quattro chiacchiere su di lui, sul Verona e non solo.

Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni rilasciate dal centrocampista gialloblù ai colleghi del quotidiano scaligero.

IDOLO DEI TIFOSI. «Il feeling è nato spontaneo sin dal debutto. Sono bastati due palloni recuperati contro il Bologna per sentire l’urlo del Bentegodi alzarsi altissimo. Io uomo-squadra? Sì, ma nel senso che metto sempre le esigenze della squadra al primo posto».

IL RUOLO. «A centrocampo posso stare quasi ovunque: ho giocato sia in una mediana a due che come mezzala in una a tre. In passato comunque sono stato schierato anche un po’ più avanzato».

LA TRATTATIVA. «È stata una trattativa lunga, iniziata già ai primi di giugno. All’inizio le richieste del Brugge erano molto alte, ma questo non ha mai fatto tramontare questa ipotesi. Io volevo il Verona e la Serie A, anche perché le tante telefonate del mister e del d.s. D’Amico mi hanno fatto sentire importante all’interno del progetto. Muovermi da qui? E perché dovrei? Qui sto bene e poi abbiamo una missione da compiere…».

JURIC. «Il mister è una persone schietta e trasparente, che ti dice quello che pensa di te. Mi piace questo aspetto di lui, rende tutto più facile. E poi il suo concetto di calcio è offensivo, propositivo e aggressivo, e si sposa alla perfezione con il mio modo di giocare».

LE PRIME GARE. «La classifica è importante, ma per ora non la guardo. Preferisco concentrarmi sulle nostre prestazioni: finora sono state tutte di livello, ce la siamo giocata con tutti. E poi sei pali in cinque partite sono un dato importante, vuol dire che creiamo tante occasioni da gol».

I COMPAGNI. «Veloso ha qualità che in pochi hanno, e in campo ci completiamo bene: con lui al mio fianco posso migliorare molto. Faraoni e Lazovic sulle fasce sono due stantuffi: fanno su e giù per 90 minuti, sono pazzeschi. E poi c’è Henderson, un autentico maratoneta con i piedi buoni. Chi è il leader di questa squadra? Sicuramente Veloso è uno di questi, ma non è l’unico: nel nostro spogliatoio ci sono tante personalità forti».

OBIETTIVI. «Magari cercherò di segnare qualche gol per alzare la mia media, ma non è quello il mio obiettivo principale: prima viene la squadra. Consacrazione nel grande calcio? Penso prima a consacrarmi nel Verona, al resto non ci penso».

LA CITTÀ. «Verona è una città a misura d’uomo: mi trasmette serenità, ma anche grande gioia perché la gente ti trasmette tutto il suo calore e la sua passione per l’Hellas. E io vivo di queste cose…».

CAGLIARI E SAMP. «Ci aspettano due partite importanti, ma né più né meno di quelle che abbiamo già affrontato e di quelle che giocheremo più avanti. Noi dobbiamo sempre scendere in campo con feroce determinazione per portare a casa un risultato utile».

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