Il difensore gialloblù, intervistato dalla Rosea, ha parlato del proprio calvario, ma anche del sogno Serie A, delle nozze e dell’amore per la città scaligera
Un anno e mezzo d’inferno, una lenta ripresa, il ritorno in campo e alla fine il gol che ha aperto le marcature del Verona contro il Perugia: Matteo Bianchetti si è ripreso l’Hellas, e ora sembra non volerlo mollare mai più.
Raggiunto dai colleghi de La Gazzetta dello Sport, il difensore gialloblù si è raccontato alla Rosea, parlando ovviamente della lunga serie di infortuni e della rete del Curi, ma anche delle sue prossime nozze con la compagna Debora e dell’amore per Verona e per il Verona.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
LA SCHIENA. «Era l’estate del 2017 ed eravamo in ritiro a San Martino di Castrozza. Mi svegliai la mattina con la schiena dolorante, e la sera mi ritrovai già sotto i ferri, operato d’urgenza alla spina dorsale: cinque ore di intervento e una grande paura. I medici dell’équipe che mi ha seguito sapevano che sarei potuto rimanere paralizzato, ma furono bravissimi a contenere il danno. Poi da lì iniziò la battaglia: per mesi ho vissuto l’80% delle mie giornate tra letto e divano, indossando un busto e con i movimenti ridotti al minimo».
L’ANCA. «Dopo essermi rialzato poco per volta ed essere tornato in campo contro Inter e Cagliari, arrivò la mazzata del doppio infortunio all’anca: durante quel periodo ho vissuto momenti terribili, ma non mi sono fatto spaventare e alla fine sono riuscito a rientrare con il Livorno.»
PERUGIA E IL “NUOVO” VERONA. «“Un gol che sa di vita”: è stato questo il commento che mi è piaciuto di più. Sembrerà banale, però è vero che la sofferenza ti fa crescere, soprattutto come uomo. L’Hellas? In tanti ci davano per spacciati, ma siamo stati in grado di rilanciarci. C’è stata sicuramente una svolta, ma quella decisiva arriva solo alla fine. Con il Verona ho già due promozioni, e ora sogno la terza: sarebbe bellissimo».
FIORI D’ARANCIO. «Debora mi è sempre stata vicina durante il periodo buio e stare con lei mi ha cambiato. A giugno ci sposeremo: gliel’ho chiesto a Ortisei, dove amiamo rifugiarci. Desideriamo una famiglia numerosa, e abbiamo preso casa Bussolengo. Questo è il posto in cui ho scelto di fermarmi. Per Debora, con Debora. Verona, il Verona, per noi significa un amore senza fine».
Sei un grande ,dentro e fuori dal campo.uno di noi
Ti auguro tanta fortuna Matteo e spero ci porterai lontano!!!
Anche tu allora sei un veronese tutto matto.
Come on Hellas/=\
Sei un grande Auguri
Sei tornato più forte di prima. E con l’Hellas ti riprenderai la Nazionale. Complimenti