L’ex Hellas Verona: “Grosso? È un bravo ragazzo e ha delle idee buone, ma forse non è ancora pronto per piazze come questa”
Con 171 gare e otto reti sparse su sei stagioni, Alessandro Manetti è un pezzo di storia dell’Hellas Verona e conosce bene le dinamiche del mondo gialloblù. Oggi allena nel campionato di Promozione ligure, ma non perde di vista le vicende della squadra scaligera: “Sono informato e vedo le partite alla tv ma diverso sarebbe se le vedessi dal vivo e ancora meglio se fossi agli allenamenti – ha detto a L’Arena -. Mi dispiace quello che sta accadendo, non c’è fiducia. L’ho visto da come alcuni ragazzi si passano la palla. C’è il timore dell’errore. E pensare che la scorsa estate avrei detto che il Verona sarebbe salito senza problemi. Ora è dura“.
CAPITOLO CONTESTAZIONE. “La gente si è allontanata dal club, dalla squadra e da tutti. Ma cosa fanno i dirigenti lì? Anche ai miei tempi c’è stata, ma noi affrontavamo i tifosi guardandogli negli occhi. Loro lo sanno chi è un mercenario e chi invece dà qualcosa in più per la maglia che indossa. Ma non puoi paragonare il calcio di adesso al mio, anche se sono passati solo vent’anni. Sembra un secolo. Troppi stranieri, troppi soldi facili, procuratori e perfino le mogli che twittano…“.
GROSSO… PROBLEMA. “È un bravo ragazzo e ha delle idee buone. Forse non è ancora pronto per piazze come Bari e Verona. Ai miei tempi la gavetta serviva. Il Bentegodi se non lo sai reggere, ti schiaccia – aggiunge -. Ai tifosi dico sostenete la squadra, fatelo per quei colori meravigliosi e perché altrimenti in questo clima non si va da nessuna parte“.
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