L’ex centrocampista gialloblù ci ha raccontato di quella volta che i pugliesi, al Bentegodi, gli fecero capire una cosa fondamentale
«Certo che mi ricordo. Fu una mezza delusione». Chi parla è Domenico Volpati, ex jolly del Verona dello scudetto.
Il suo ricordo ci porta a due prime volte: quella dei gialloblù da Campioni d’Italia con lo scudetto sul petto e quella invece del Lecce di Fascetti in Serie A.
«C’era tutto lo stadio pieno – ricorda “il Volpe” – Preben segnò subito, loro pareggiarono e poi ci fu il raddoppio di Di Gennaro, ma quel Lecce era forte e finì 2 a 2».
Già, e venerdì dopo tanti anni torna ancora al Bentegodi un Verona–Lecce. «Nulla a che vedere col nostro calcio – puntualizza Volpati – adesso, a volte, sembra un altro sport. Tutti che giocano allo stesso modo. Comunque quella partita ci fece capire subito quanto ho sempre sostenuto, e cioè che lo scudetto resterà un’impresa storica, irripetibile».
Eh sì, perché il Verona terminò in una posizione di classifica anonima quel campionato di Serie A. Barbas, Pasculli, i fratelli Di Chiara, Causio e tanti altri del Lecce avevano già messo a nudo i difetti di quella squadra.
«Avremmo potuto fare bene in Coppa dei Campioni, se non avessimo colpito all’andata la traversa con Galbagini e nel ritorno non ci fosse stato a Torino con la Juve, Wurtz. Comunque l’anno successivo arrivammo ancora quarti e disputammo la Coppa Uefa».
E il Verona di Grosso? «Ho visto in TV qualche spezzone della partita con il Padova. Mi piace, ma deve ancora crescere in personalità e furbizia. Matos sbaglia troppo davanti al portiere, però la squadra c’è, e anche il tecnico mi sembra uno con idee. Il Verona, insieme al Crotone, per me resta il favorito».