L’ex centrocampista del Verona ricorda il vice di Bagnoli. E parla di quando ‘scoprì’ l’attuale attaccante gialloblù
«Mi dispiace molto per Toni, il mister era un grande». Parole in libertà per Luciano Bruni, centrocampista del Verona dello scudetto. Toni naturalmente è Lonardi, il vice di Bagnoli.
«Non sarò oggi al funerale» racconta Bruni, «perché sono ancora ad Ostuni. Ma ci saranno i ragazzi, i miei amici dello scudetto» .
L’ex centrocampista che partì dal Livorno e poi dalla Fiorentina tanti anni, rivela sempre a L’Arena, un gustoso retroscena su Samuel Di Carmine, l’attaccante dell’Hellas. «Giocava con mio figlio Tiziano ai giardini sotto casa. Suo padre voleva portarlo all’Empoli perché l’aveva cercato. E gli dissi, piuttosto che mandarlo a “giro” me lo porto con me alla Fiorentina, visto che all’epoca mi avevano chiamato per allenare gli esordienti viola».
Una storia lunga come un romanzo quella di Bruni con la Viola che nel lontano 1976 spese ben 60 milioni di lire per acquisire Bruni dal Livorno. «Bei tempi» esclama il ‘Piso’, «ma Grosso come lo fa giocare, punta esterna? Centrale e Pazzini?». Domanda Bruni.
«L’ho sempre visto fare la seconda punta o comunque giocare in un attacco a due. Magari è un po’ cambiato o si sta adeguando a quello che gli chiede il mister. A Perugia con Cerri faceva un bel gioco, girandogli attorno. Poi Samuel è un giocatore a cui piace venire dietro a scambiare la palla con i compagni. Lui è un generoso. Vedremo».
